Zaia: “il risparmio passa attraverso il riordino degli enti strumentali senza toccare la sanità”. Dellai: “abbiamo in corso un piano di risparmi per 120 milioni di euro all’anno e il taglio del 50% dei dirigenti”
Nell’ambito del programma di riforma e riduzione della spesa pubblica che il Governo Monti sta disperatamente cercando d’attuare tra mille veti e ostruzionismi, il Veneto e la provincia di Trento dicono no a tagli automatici e calati dall’alto. In Veneto la riforma della spesa pubblica passa attraverso il riordino e la razionalizzazione degli enti strumentali. Una realtà che impiega 4801 dipendenti per una spesa annuale complessiva di circa mezzo miliardo di euro, di cui 200 milioni per gli stipendi, 6,2 milioni di indennità per il funzionamento degli organi, 9 milioni in consulenze.
E’ su questo quadro d’insieme, secondo il presidente Luca Zaia, che la Regione è chiamata a razionalizzare: “il primo guadagno è infatti il risparmio”. Zaia ha posto l’accento sulla questione dei tagli del governo, soprattutto alla sanità. “Non sono andato alla riunione a Roma sulla “spending review” perché non c’era nulla da contrattare. Questo Governo ha come filosofia aziendale quella di non avere il coraggio di tagliare gli sprechi. La sanità veneta è la più virtuosa e il Veneto ha già fatto la sua “spending review”, ma si vede sottoposto alla stessa scure di altre Regioni che hanno voragini per quanto riguarda la spesa sanitaria. Siamo d’accordo che bisogna tagliare, ma non in maniera orizzontale; vanno stabiliti dei principi, a partire dall’introduzione dei costi standard. Il modo di procedere di questo governo di tecnici è invece poco rispettoso del Veneto e noi non ci stiamo. Non cederemo di un millimetro sulla sanità, perché è una questione di equità. Monti aveva parlato di rigore, equità e crescita per il Paese, ma finora abbiamo visto solo rigore”.
Dal Veneto al Trentino: in vista della manovra di bilancio 2013, Dellai assicura che il Trentino è già all’opera: “mentre nel resto d’Italia si parla di ‘spending review’, noi stiamo già lavorando sulla macchina provinciale, ad esempio con la riduzione del numero dei dirigenti da 21 a 10. Abbiamo un disegno preciso, puntiamo a risparmiare 120 milioni di euro all’anno e lo facciamo al termine della prima fase della crisi, dove in Italia l’arretramento è stato del 4,5 per cento mentre in Trentino siamo comunque cresciuti, dello 0,5 per cento: lo abbiamo fatto con strumenti straordinari e con una sostanziale tenuta. Ora inizia la seconda fase della crisi, che non sarà breve. Ma la batteria di provvedimenti messi in campo, ci permette di agire con una buona base”. Dellai conferma di volere ottenere da Roma maggiori spazi di autonomia: “legheremo questa parte del nostro impegno anche alla trattativa con il Governo per maggiori ambiti di autonomia, per affinare ancora più le politiche economiche, nel segno dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, della formazione”.