Trecento miliardi per l’indipendenza energetica dalla Russia entro il 2027: l’Europa, dopo settimane di riunioni, passa ai fatti e vara il “RePowerEu” con cui rivoluziona la strategia energetica messa a punto prima della guerra in Ucraina e redistribuiscediversi miliardi catalogati nel “Next Generation Eu”.
Risparmio sulla domanda energetica, diversificazione delle forniture, accelerazione sulle rinnovabili: questi i tre pilastri del piano di svincolamento dalla dipendenza dal gas russo anticipati dal presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che afferma «dobbiamo ridurla il più rapidamente possibile e lo possiamo fare».
Con “RepowerEu”, Bruxelles, da un lato, certifica la nascita di una piattaforma comune per gli acquisti di gas, idrogeno e Gnl e, dall’altro, ribadisce il suo scetticismo alle politiche di tebtti ai prezzi dei beni, prevedendolo solo in caso di stop totale alle forniture di gas. Quanto ai finanziamenti, la fetta principale non sarà composta da nuove disponibilità ed è legata a doppio filo con il “Recovery fund”: 225 miliardi dei prestiti non ancora chiesti dai Paesi membri saranno riallocati nel nuovo “RePowerEu” entro trenta giorni dall’approvazione del nuovo regolamento, le capitali europee potranno chiedere per gli obiettivi contenuti nel piano.
L’Italia ha già raggiunto il tetto per i prestiti previsti dal Pnrr, pari al 6,8% del Reddito nazionale lordo. Ma se, dopo che tutti i Paesi avranno inoltrato le proprie domande per il prestito, nel “tesoretto” da 225 miliardi resteranno ancora risorse, Roma potrà sforare il tetto previsto.
Il piano “RePowerEu” prevede circa 72 miliardi di euro di sovvenzioni aggiuntive composte dai fondi di coesione (26,9 miliardi), dai fondi della Politica agricola comune (7,5 miliardi) e da 20 miliardi di ricavi dal sistema Ets (i certificati delle emissioni inquinanti) che saranno ripartiti secondo gli stessi criteri del “Recovery”.
Sul tetto al prezzo dei prodotti energetici rimane la distanza tra Roma e Bruxelles, con l’Italia che vorrebbe l’istituzione di un limite ai rincari, mentre la Commissione punta a non toccare il libero mercato, ma semmai a potenziare i sussidi a favore dei consumatori penalizzati dal rincaro dei prezzi.
Obiettivo finale di Bruxelles rimane il potenziamento della produzione di energia da fonti alternatbive. Non a caso il “RePowerEu” prevede appalti congiunti per l’acquisto di energia e un approccio comune ai fornitori. In questo scenario, Olanda, Danimarca, Belgio e Germania hanno siglato un’intesa per quadruplicare la capacità eolica in mare entro il 2030 e fare del Mare del Nord «il più grande centro di energia sostenibile d’Europa», mentre in Italia ci si balocca con l’incontenibile burocrazia che rallenta tutte le nuove iniziative.
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