Squiteri: «insuccesso della revisione della spesa pubblica, peggiorati i servizi, debito pubblico a livelli eccessivi»
Davvero un brutto periodo per il giovane premier Matteo Renzi con tutti uniti a confutare quella bucolica realtà dell’Italia che lui descrive nel suo bollettino elettronico settimanale. Dopo la Banca d’Italia, le categorie economiche, l’Osce che taglia i 0,4 punti l’aspettativa della crescita italiana per il 2016 (al 1,0% dal precedente 1,4%), ecco ora la Corte dei Conti che smonta senz’appello il sogno renziano, richiamando tutti alla tragica realtà.
Aprendo l’anno giudiziario 2016, il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squiteri ha affermato che il 2015 «si era aperto con prospettive straordinariamente favorevoli per le economie europee», proprio «un anno fa, in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario». Ma «il quadro è cambiato, piuttosto bruscamente, fin dall’estate scorsa, generando nuovamente incertezza sul futuro. Un’incertezza che si è accentuata in queste ultime settimane per i timori del ripetersi di scenari che sembravano superati di forti tensioni sui mercati. In una fase così delicata per il nostro Paese – aggiunge – è fondamentale fornire impulso alla crescita e all’occupazione, pur nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica. E’ importante rinsaldare la fiducia nello Stato e la credibilità del Paese».
Per Squitieri esiste un «alto contenuto di incertezza» del quadro attuale, «ma forse l’eventualità più rischiosa è che al rallentamento del ciclo economico si accompagni ancora una fase prolungata di bassa inflazione. Bassa crescita del prodotto e inflazione ai minimi storici rappresenterebbe una combinazione particolarmente sfavorevole, soprattutto per i Paesi come il nostro impegnati in un difficile percorso di convergenza verso il riequilibrio dei conti è di riduzione del debito».
«Il riferimento era alle tecniche adottate fino ad oggi, e dunque alle “spending review” tentate in passato che una precisa informazione sui settori e sui tipi di intervento. Adesso la linea è diversa. Noi come Corte – prosegue Squitieri – ci siamo candidati per sostenere non hanno oggettivamente avuto un grande successo perché forse è mancata questo processo in quanto istituzione attrezzata professionalmente per dare un supporto. Si puo’ migliorare. Il problema non è tanto ridurre la spesa, perché la spesa è stata ridotta in maniera massiccia in Italia, ma è quello di razionalizzare la spesa. “Spending review” significa spesa più ragionata e meglio distribuita. E’ una linea che ci sembra convincente.
Le critiche della Corte dei Conti vengono rilanciate dalla politica e dalle parti sociali. «Oggi è una brutta giornata per il Governo Renzi. Di prima mattina ci ha pensato l’Ocse con il taglio sulle stime di crescita dell’Italia. Poi è toccato al presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri spiegare che quelle che si chiamano revisioni della spesa pubblica altro non sono che tagli ai servizi dei cittadini – afferma il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto -. Squitieri arriva addirittura a dire che sulla revisione della spesa pubblica, cioè i tagli lineari fatti dal governo, fino ad ora c’è stato un parziale insuccesso. Queste cose Sinistra Italiana le dice da tempo e Renzi ci ha sempre dato dei gufi. Ora che le dice anche la Corte dei Conti Renzi che fa, dà del gufo anche a Squitieri?»
Per il presidente dei senatori forzisti Paolo Romani «il futuro del Paese è grigio ed incerto e il Governo Renzi non ha fattu nulla per invertire la tendenza, ma semmai l’ha aggravata».
«I dati dell’Ocse e della Corte dei Conti, illustrati oggi, rappresentano un duro colpo per il governo Renzi, perché i primi abbassano le aspettative di crescita, mentre i secondi svelano che i sacrifici imposti agli italiani con la “spending review” sono stati vani e inutili» dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone. «Il taglio della stima del Pil italiano – spiega -, pur facendo parte di un’ondata di revisioni al ribasso da parte dell’Ocse, tale da coinvolgere le maggiori economie mondiali, e l’allarme della Corte dei Conti mettono l’Italia e soprattutto gli italiani più tartassati in serio allarme, in particolare per la prospettiva di eventuali contrazioni, se non addirittura, soppressioni di prestazioni rese alla collettività. Non è questione di propaganda – conclude Capone – contraria o favorevole al governo, è in ballo il futuro del Paese e del ceto medio già stritolato dalla crisi, che non può permettersi altri anni di rigore, di tagli indiscriminati, di sacrifici che, a quanto pare, per la Corte dei Conti, sono una realtà niente affatto scongiurata».
Dal fronte dei consumatori si leva il commento di Carlo Rienzi, presidente del Codacons: «la Corte dei Conti ha certificato oggi i tanti allarmi lanciati dal Codacons sul fallimento della “spending review”, operazione di revisione di spesa più volte annunciata dai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi anni, ma mai realmente attuata o realizzata male. L’insuccesso della “spending review” ha prodotto un duplice danno ai cittadini italiani. Da un lato non ha cancellato sprechi e usi impropri delle risorse pubbliche che pesano sulle tasche della collettività, dall’altro ha prodotto un aumento della pressione fiscale, specie sul fronte della tassazione locale. Questo perché i tagli errati e senza criterio eseguiti negli ultimi anni dallo Stato hanno sottratto fondi agli enti locali, i quali hanno reagito aumentando le tasse a tutto svantaggio dei cittadini, che pagano di più per ricevere sempre meno servizi».