Bizzotto: «qualcosa inizia ad emergere, anche se Ciolos scarica la responsabilità sull’Italia danneggiando migliaia di agricoltori onesti»
«Siamo al paradosso: lo Stato italiano copre lo scandalo delle multe gonfiate sulle quote latte agli occhi dell’UE e questa, a sua volta, se ne lava le mani. E ad uscirne con le ossa rotte, come sempre, sono i nostri allevatori, per i quali il diabolico sistema delle quote latte si è rivelato un’autentica fregatura».
Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, dopo la risposta della Commissione UE alla sua interrogazione sullo scandalo delle quote latte. L’eurodeputata Bizzotto aveva invitato l’esecutivo UE «a prendere posizione e accertare le sconcertanti novità emerse a novembre 2013 dall’indagine della Procura di Roma» la quale, sulla scorta della relazione dei Carabinieri dell’aprile 2010, ha deciso di indagare per falso in atto pubblico alcuni funzionari di Agea che avrebbero gonfiato le multe sulle quote latte.
All’interrogazione dell’on. Bizzotto ha risposto il commissario UE all’agricoltura Dacian Ciolos, che ha ricordato come spetti «agli stati membri controllare i quantitativi dichiarati e dichiarare ogni anno la produzione nazionale di latte». «Nel 2010 la Commissione ha preso atto del contenuto del rapporto della sezione dei Carabinieri presso il Ministero italiano delle politiche agricole, alimentari e forestali e ha invitato le autorità italiane a esprimere il loro parere sulle conclusioni di tale rapporto – spiega il Commissario UE – Le autorità italiane hanno risposto confermando l’affidabilità dei dati dichiarati con cadenza annuale». Secondo Ciolos, quindi, «non compete alla Commissione confermare o smentire le conclusioni presentate nei rapporti delle autorità nazionali».
Una situazione tipica da sceneggiata napoletana: secondo Bizzotto «mentre Agea, Ministero delle politiche agricole e Bruxelles fanno il gioco delle tre carte scaricandosi le responsabilità a vicenda e pulendosi la coscienza, gli unici a rimetterci sono i nostri allevatori, costretti a versare multe non dovute o a pagare quote non necessarie. Il sistema delle quote latte ha portato questo settore alla rovina: solo in Veneto negli ultimi 12 anni sono quasi 5.000 i produttori di latte che hanno chiuso la propria attività (nel 2001 erano 8.539, nel 2013 soltanto 3.634)».
Sempre l’esecutivo UE, rispondendo alla Bizzotto, certifica che «per il periodo dal 1995 al 2009, il prelievo supplementare dovuto dai produttori di latte italiani ammonta complessivamente a 2.264 milioni di euro. Stando ai dati trasmessi dallo Stato Membro il 5 novembre 2012, di tale importo sono stati pagati soltanto 455 milioni di euro».
«Se, come sembra dall’indagine in corso, a Roma hanno truccato i numeri per gonfiare a dismisura il parco bovini italiano e giustificare così le multe, con tanto di mucche immortali che producono latte fino a 82 anni – aggiunge la Bizzotto – lo Stato italiano ha il dovere di risarcire gli allevatori che hanno ingiustamente pagato queste multe e, al tempo stesso, deve bloccare immediatamente qualunque sanzione in essere nei confronti dei presunti “splafonatori”. Invece di interessarsi delle nomine nelle Asl della Campania, il ministro De Girolamo faccia al più presto chiarezza sulla vicenda e fornisca a Bruxelles dati aggiornati ed incontrovertibili – conclude Bizzotto – Da parte sua, l’Europa non può alzare la voce solo quando si tratta di infliggere sanzioni o riscuotere multe e fare, invece, orecchie da mercante quando si tratta di accertare ed ammettere eventuali errori o taroccamenti. Chi ha sbagliato, nei palazzi di Roma o Bruxelles, deve assumersi le proprie responsabilità».