Zaia: «finalmente il comitato paritetico Trentino Veneto ha individuato il corridoio per la nuova viabilità». Gilmozzi: «ancora nulla di definito. Attendiamo dal Ministero un progetto»
Ancora un nulla di fatto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tra la Regione del Veneto e Provincia di Trento circa l’annosa questione del completamento della Valdastico Nord, corridoio fondamentale per mettere in relazione Veneto e Trentino sulla direttrice orientale: visioni diametralmente opposte dai due fronti, con un Veneto che canta vittoria e un Trentino che butta acqua sul fuoco.
Secondo una nota diffusa dall’assessore veneto alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, si sarebbe in presenza della «condivisione del documento conclusivo riguardante il corridoio infrastrutturale di interconnessione del Trentino con il Veneto. Si tratta dell’atto definitivo del Comitato paritetico appositamente costituito lo scorso anno per affrontare i temi legati ai collegamenti infrastrutturali tra Veneto e Trentino: un documento che, prima di essere sottoposto in via preliminare al CIPE, sarà preceduto da una fase di consultazione partecipativa a livello territoriale e quindi dall’adozione di atti decisionali amministrativi da parte degli organi provinciali, regionali e statali competenti».
Dopo aver constatato l’esistenza delle condizioni «per la prosecuzione dell’iter di perfezionamento dell’Intesa… anche ai fini dell’assenso previsto dal Piano urbanistico della Provincia autonoma di Trento» e dopo aver «riconosciuto lo scenario maggiormente rispondente agli obiettivi strategici europei, nazionali e locali, analizzando e integrando le ipotesi progettuali allo studio nel quadro complessivo dei collegamenti che attraversano l’Arco Alpino Orientale», il Comitato paritetico ha concluso che «lo scenario di comune interesse consiste nel corridoio d’interconnessione infrastrutturale tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige, che in territorio trentino si contestualizza anche come un collegamento tra viabilità ordinarie e, segnatamente, tra la SS 47 “della Valsugana” e la SS 12 “dell’Abetone e del Brennero” il quale presenta le ricadute positive nel contesto dei territori interregionali».
Il documento, valutando «la necessità di risolvere le congestioni di traffico presenti nell’area pedemontana veneta, risolvendo il problema della connettività verso il Trentino, salvaguardando la Valsugana», ribadisce, inoltre, essere elemento prioritario, in linea con le politiche di trasporto europee e nazionali, il rafforzamento dell’opzione ferroviaria con il tunnel di base del Brennero e l’accesso allo stesso valico.
«La progettazione viabilistica – conclude De Berti – sarà redatta dal Ministero e sarà sottoposta nuovamente al CIPE entro due anni dall’approvazione da parte del CIPE stesso del documento approvato oggi. Insomma, abbiamo imboccato un percorso concreto che ci porterà a definire progetti e modalità operative per la realizzazione di quel collegamento di importanza strategica con le aree a nord del Veneto».
Soddisfazione anche da parte del governatore veneto Luca Zaia: «si apre finalmente uno spiraglio per rafforzare i collegamenti infrastrutturali fra Trentino e Veneto. Oggi è stato condiviso un importante documento che mi auguro sia il preludio alla definitiva soluzione di questo annoso problema, consentendo alla nostra regione uno sbocco a nord tanto atteso dai cittadini e dagli operatori economici. Ne discuterò col ministro Delrio, che ringrazio per la disponibilità e collaborazione che ci ha sempre garantito su questa fondamentale partita, e col collega presidente del Trentino Ugo Rossi. Si va verso una soluzione condivisa che è il miglior viatico per vedere il traguardo».
Se dal fronte Veneto si festeggia a Prosecco (o quasi), su quello Trentino pigia vigorosamente sul pedale del freno l’assessore ai trasporti e infrastrutture Mauro Gilmozzi, secondo il quale «non c’è ancora nulla di deciso, se non la condivisione della necessità del potenziamento della linea ferroviaria del Brennero. Attendo che dal Ministero ci forniscano uno scenario concreto su cui discutere».
Con tutta probabilità, la Valdastico Nord è finita in un “cul de sac” e tale rimarrà fintanto che il Governo Renzi e il ministro Delrio non avranno un sussulto di orgoglio per superare le sabbie molli del Trentino, imponendo la realizzazione di un’opera pubblica attesa da tutti, Trentini in primis, per il rilancio dell’economia locale e ridurre l’inquinamento ambientale.