Troppi limiti, inadeguato e non più sostenibile: stretto tra la morsa dell’inflazione, da una parte, e delle guerre, dall’altra, il piano di sostegno della Politica agricola comune (Pac) pensato per gli agricoltori per il periodo che va dal 2023 al 2027, dopo il primo anno di applicazione scricchiola.
Troppa burocrazia, contadini che sono pagati per non fare i contadini, lasciare le terre incolte, i pescatori privati della loro pesca, aumento delle importazioni di prodotti dall’estero realizzati con l’utilizzo di agenti chimici vietati in Europa secondo le accuse al “Green deal” che non combacia con le esigenze di produzione e di sovranità alimentare europea. Con il rischio che, nuovi accordi, come il Mercosur, aprano i cancelli all’entrata di prodotti da Paesi che non hanno i vincoli ambientali richiesti a chi produce sul suolo europeo.
L’Italia è in prima linea con un documento di contrarietà in cui si chiede una profonda revisione della Politica agricola comune, soprattutto nel budget, ritenuto insufficiente per assicurare sostenibilità economica e ambientale, con al primo posto il reddito di chi lavora i campi. Dito puntato anche sul cambiamento delle dinamiche del mercato e della concorrenza mondiale. Resta in ballo anche la questione delle terre a riposo per cui l’Italia chiede una sospensione immediata come deroga alla Pac da fissare poi come norma dopo il 2027.
Varata nel 1962, la Politica agricola comune rappresenta una stretta intesa tra agricoltura e società, tra l’Europa e i suoi agricoltori, oltre a costituire la principale fonte di spesa del bilancio europeo. Gli obiettivi della Pac sono sostenere gli agricoltori e migliorare la produttività agricola, garantendo un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili; tutelare gli agricoltori dell’Ue affinché possano avere un tenore di vita ragionevole; aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici e la gestione sostenibile delle risorse naturali; preservare le zone e i paesaggi rurali; mantenere in vita l’economia rurale promuovendo l’occupazione nel settore, nelle industrie agroalimentari e in quelli associati.
La Pac è una politica comune a tutti i Paesi Ue, gestita e finanziata a livello europeo con risorse del bilancio dell’Ue. Per il periodo 2023-27 dal bilancio Ue arriveranno agli agricoltori 264 miliardi di euro. Il cofinanziamento e il finanziamento nazionale aggiuntivo porteranno il bilancio pubblico totale dedicato agli agricoltori e alle comunità rurali a 307 miliardi di euro. Altri programmi di competenza della Pac al di fuori dei piani strategici, beneficeranno di un finanziamento aggiuntivo dell’Ue per 6 miliardi.
Per l’Italia, il Piano strategico nazionale ha avuto il via libera nel dicembre del 2022 per un sostegno di oltre 35 miliardi di euro tra contributi Ue e nazionali. In particolare dal bilancio dell’Unione arriveranno 26,6 miliardi, da quello nazionale 8,5 miliardi. Lo scorso 20 febbraio 2024 la Commissione europea ha giudicato ammissibile il primo “Annual performance report” (Apr 2023) di Agea, il documento che rispecchia e rendiconta l’attività svolta dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura nel quadro della prima annualità del ciclo di programmazione Pac 2023-2027.
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