Pedaggi e nazionalizzazione della rete autostradale, ennesima torsione carpiata del M5s

Il rincaro dei pedaggi è solo sospeso per 6 mesi, non annullato. Passate le elezioni europee, per gli utenti arriverà la “sorpresa” con gli interessi del caso. 

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I pedaggi sulla rete autostradale italiana sono stati sterilizzati sul 90% del totale della rete. Ciò co legittima soddisfazione da parte degli utenti e con tripudio da parte degli esponenti del M5S che hanno letteralmente tuonato all’ormai mitico ministro Danilo Toninelli, sempre più ministro del “vorrei, ma non posso” che dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Pedaggi sterilizzati, come detto, ma non bloccati definitivamente. Ancora una volta, i pentastellati giocano con il senso delle parole, come nel caso del deficit pubblico fissato al 2,04% per non fare troppo rimpiangere quel 2,4% che meritò tanto di tripudio dal balcone di Palazzo Chigi solo poche settimane fa. In questo caso, la parola “sterilizzazionenasconde un ben preciso significato, quello del provvedimento temporaneo, visto che il provvedimento non è stato imposto da tanto ardimentoso ministro al “vorrei ma non posso”, ma solo a seguito di un accordo raggiunto dopo una trattativa con le società concessionarie. Accordo che prevede una “sterilizzazionea termine della durata di 6 mesi.

Giusto il tempo di valicare l’appuntamento elettorale con le elezioni regionali in Abruzzo e con quelle del Parlamento europeo, dopo di che sarà tutta un’altra musica. Al termine della “sterilizzazione” dell’aumento dei pedaggi, saranno i portafogli degli utenti a subire una bella ripassata, magari con gli interessi tanto per recuperare nella seconda parte dell’anno gli aumenti non effettuati nel primo semestreper tenere buono il parco-elettori.

E chi s’illude che Toninelli riesca a trasformare magicamente un provvedimento temporaneo in uno definitivo dovrà probabilmente ricredersi, in quanto gli attuali contratti con le 26 società concessionarie – uno diverso dall’altro – è quasi impossibile applicare provvedimenti di carattere forzoso, visto che l’Autorità del trasporti potrà intervenire solo nei casi di contratti di concessione già scaduti.

Non è la prima volta che Toninelli parte in nona marcia salvo scalare piuttosto repentinamente fino alle marce basse. Un caso eclatante è l’ukaze della revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia a crollo del ponte Morandi di Genova ancora fumante. Passettino dopo passettino, a sei mesi da quella tragedia la cosa si è sgonfiata, ance perché il Nostro si è accorto che agire per via amministrativa è praticamente impossibile e per quella giudiziaria è decisamente troppo lunga e soggetta a troppe variabili per essere spendibile elettoralmente in breve periodo. Ancora una volta, le tanto annunciate rivoluzioni pentastellate devono accomodarsi e attendere.

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