Confindustria Dispositivi Medici, la federazione degli industriali che rappresenta le imprese che forniscono alle strutture sanitarie italiane, pubbliche e private, dispositivi medici, chiede al governo Meloni un incontro urgente per discutere del payback sanitario, sistema cervellotico che impone alle aziende fornitrici di ripianare una parte di sforamento effettuato dalle Regioni rispetto al tetto di spesa pubblica previsto per i dispositivi medici, e annuncia la presentazione di un esposto alla Commissione Europea affinché valuti l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.
«Siamo consapevoli che il Governo Meloni stia cercando di risolvere il problema del payback sanitario – sottolinea il presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Massimiliano Boggetti -, ma si era impegnato a costituire un tavolo dove trovare di concerto con l’industria una soluzione per il superamento dei tetti di spesa e discutere contestualmente di come chiudere il passato sul payback sanitario. Ribadiamo che l’idea di sciogliere la questione con uno sconto, lasciando ancora in vigore il meccanismo è una via non percorribile per le nostre imprese. Significherebbe accettare una norma assurda, che aprirebbe la strada alla compartecipazione delle aziende alla spesa pubblica che non ha precedenti nella storia del nostro Paese e di nessun altro Stato al mondo».
La conseguenza più grave della norma, voluta dal governo di Matteo Renzi nel 2015 e ribadita dal ministro alla sanità dei governi Conte e Draghi, Roberto Speranza, è, secondo Boggetti, «questo decreto determinerebbe il fallimento di molte imprese e la fuga dall’Italia dei grandi gruppi globali. Per questo chiediamo al Governo un incontro urgente per trovare soluzioni costituzionali e che preservino la tenuta del nostro Servizio sanitario nazionale. In assenza di un percorso negoziale e considerando il payback sanitario ingiusto ed illegittimo – prosegue Boggetti – non solo continuiamo con la nostra battaglia legale, ma abbiamo depositato un esposto alla Commissione Europea affinché valuti l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia perché il payback sanitario viola le norme comunitarie in materia di concorrenza ed accesso al mercato. La norma sul payback è, infatti, in palese violazione del diritto europeo, con particolare riferimento alla libera circolazionedelle merci nel mercato unico, alla normativa sugli appalti pubblici nonché allo sviluppo delle imprese».
Apertura alle richieste degli operatori del settore medicale da parte del governo Meloni: per il sottosegretarioalla Salute, Marcello Gemmato, «siamo al Governo da quattro mesi e il payback sanitario è un’eredità che ci viene data dai precedenti governi. È una misura del 2015 voluta dal Governo Renzi, che poi ha visto nell’ultimo Governo l’inserimento nei bilanci regionali del dovuto fino al 2018. In 4 mesi abbiamo trovato più di un miliardo per abbattere la cifra della mole dei debiti, che è di circa 2,2 miliardi».
Per la metà dell’importo, aggiunge Gemmato, «abbiamo trovato i fondi per coprire un debito prodotto da una legge voluta da governi precedenti. È di tutta evidenza che la disponibilità di questo Governo è chiara: abbiamo nel Milleproroghe prorogato la possibilità delle Regioni di esigere questi fondi. Lavoriamo per risolvere il problema».
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