Passo dello Stelvio, firmato tra Lombardia e Alto Adige protocollo d’intesa per lo sviluppo dell’area

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accordo Alto Adige Lombardia Stelvio 2015 Maroni Kompatscher
Previsto lo studio di fattibilità di un tunnel aperto tutto l’anno a per collegare Val Venosta e Valtellina. Maroni: «sarà la gente a stabilire se investire sulla ferrovia o sulla strada»

 

accordo Alto Adige Lombardia Stelvio 2015 Maroni Kompatscher“La montagna unisce e non divide”. Questo il motto con cui i due presidenti di Lombardia e Provincia di Bolzano, Roberto Maroni e Arno Kompatscher, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la valorizzazione dell’area dello Stelvio, con particolare attenzione sia al Passo che al Parco. 

La firma al protocollo d’intesa è stata apposta ai 2.845 metri di altitudine del Rifugio Garibaldi, luogo simbolo per eccellenza della collaborazione fra diversi territori visto che si trova esattamente sul confine tra l’Alto Adige, la Lombardia e la svizzera Val di Mustair.

Nel convegno che ha preceduto la cerimonia ufficiale, al quale hanno preso parte il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, il presidente del Comitato Fondo comuni confinanti, Roger De Menech e il sottosegretario della Regione Lombardia Ugo Parolo, sia Kompatscher che Maroni hanno posto l’accento sulla funzione di ponte rappresentato dallo Stelvio.

«La montagna deve unire e non dividere – ha esordito Arno Kompatscher – e questo accordo rappresenta un nuovo passo in avanti verso un percorso di crescita comune che trova applicazione concreta anche nel futuro del Parco nazionale dello Stelvio. Si tratta di una grande opportunità per tutelare e far conoscere le caratteristiche dei singoli territori con una gestione autonoma ma che in realtà sarà molto più unitaria e collaborativa rispetto al passato». 

Il protocollo sottoscritto da Regione Lombardia e Provincia di Bolzano prevede lo sviluppo di azioni comuni finalizzate a sviluppare prodotti turistici condivisi e a valorizzare congiuntamente Passo e Parco dello Stelvio, nonchè la realizzazione di uno studio di fattibilità (finanziato dal Fondo comuni confinanti alimentato dalle province di Trento e di Bolzano con 80 milioni di euro ogni anno) per un collegamento tra Val Venosta e Valtellina aperto tutto l’anno tramite traforo.

«Per l’Alto Adige la priorità è rappresentata da un collegamento di tipo ferroviario – ha aggiunto Kompatscher – ma in ogni caso tutte le valutazioni che scaturiranno da questo studio verranno effettuate mettendo al primo posto l’impatto ambientale». Roberto Maroni, ha sottolineato come «questo accordo è fondamentale, perché questa montagna e questo Parco devono unire e non dividere. E’ un ostacolo naturale che vogliamo superare perché le genti che vivono di qua e di là condividono lo stesso destino e il nostro compito e fare in modo che siano ancora più unite di prima anche attraverso questa intesa, con la gestione diretta del Parco e tutte le iniziative che sarà necessario intraprendere, anche a livello infrastrutturale, ivi compreso il traforo». Per Maroni «le prospettive del traforo saranno legate ad una valutazione complessiva, che non riguarda solo la viabilità, ma l’impatto sull’ambiente, il costo economico e altre varianti. E se questa sarà la decisione bene, siamo pronti a partire. Vogliamo valutare quale tipo di traforo sia adatto – ha precisato Maroni -, se quello ferroviario o stradale o entrambi. Ma in ogni caso, prima di decidere, – ha proseguito Maroni – voglio fare un referendum tra le popolazioni che vivono qui, in modo che siano loro a decidere del loro futuro». Maroni non esclude a priori la ferrovia: «nel nostro piano regionale già approvato è previsto il prolungamento ferroviario da Tirano a Bormio, per cui il percorso ferroviario potrà proseguire se e quando ci sarà il tunnel dello Stelvio».

Durante il convegno, inoltre, è stata ribadita l’importanza del nuovo corso intrapreso dal Fondo comuni confinanti (ex Fondo Odi) che punta alla nascita di strategie e visioni comuni per i territori di montagna, e sono anche emerse le prime proposte concrete per la valorizzazione dell’area dello Stelvio. La prima prevede la creazione di un sentiero attorno al gruppo dell’Ortles, mentre la seconda è stata ipotizzata dal presidente Kompatscher, il quale ha spiegato che «il Passo dello Stelvio potrebbe candidarsi ad entrare a far parte del patrimonio tecnico-culturale dell’Unesco puntando su infrastrutture legate alla sostenibilità sia nel settore della mobilità, sia nel settore del turismo».accordo Alto ADige Lombardia Stelvio 2015 Maroni Kompatscher Parolo Rossi De Menech