Passaggio delle Alpi: a Bruxelles i problemi dell’economia italiana

Ferraris: «dalle infrastrutture alpine dipende lo sviluppo dell’Italia come hub mediterraneo»: Uggè: «serve rimuovere gli ostacoli fisici e giuridici al passaggio delle merci».

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passaggio delle alpi

«Quello che succede ai valichi alpini è determinante per lo sviluppo economico e commerciale dell’Italia, un Paese fondato sull’interscambio con l’estero» ha detto l’amministratore delegato del gruppo Fs, Luigi Ferraris, a Bruxelles, intervenendo all’incontroEurope and the Alps”, organizzato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea, lanciando il suo sguardo sulle problematiche del passaggio delle Alpi che le interruzioni dei valichi del Fréjus e del San Gottardo stanno apportando all’intero sistema dei trasporti italiano e del Vecchio Continente, unitamente al presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè e al ministro delle infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini.

«Simili restrizioni alla connettività e alla logistica rischiano di impattare negativamente sull’intera competitività del Paese», ha sottolineato Ferraris. Intervenuto in un dibattito di approfondimento, Ferraris è tornato a rimarcare l’importanza del trasporto delle merci via treno che «l’Europa deve rafforzare e considerare come spina dorsale dello sviluppo della logistica intermodale in cui la ferrovia sia utilizzata per le grandi distanze, mentre il trasporto stradale per il cosiddetto primo ed ultimo miglio», sottolineando che «il sistema del trasporto ferroviario alpino sta dimostrando recentemente tutta la sua fragilità».

È il caso delle interruzioni del traffico presso i valichi alpini, previste o meno, che stanno diventando sempre più frequenti con il rischio, rimarca Ferraris, di «uno “shift” (spostamento) modale inverso, con i servizi merci che non vengono deviati su altre direttrici ferroviarie, ma trasferiti su strada, con un impatto ambientale avverso sulle comunità alpine interessate».

In questo contesto, il passaggio delle Alpi attraverso i valichi alpini (Fréjus, San Gottardo, Brennero e Tarvisio) giocano un ruolo strategico per l’economia nazionale, essendo le porte dell’Italia per i quattro corridoi che attraversano l’Europa: il corridoio Mediterraneo, il Reno-Alpi, quello Scandinavo-Mediterraneo e il Baltico-Adriatico.

Per questo, secondo Ferraris, in Europa occorrono «regole che facilitino un coordinamento degli attori coinvolti, con interventi unitari sulle infrastrutture e maggior coordinamento tra le imprese ferroviarie e i gestori della rete. Il Regolamento TEN-T può rappresentare uno strumento per assicurare una maggiore prevedibilità sui tempi di realizzazione dei grandi progetti transfrontalieri».

Per il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè, «il passaggio delle Alpi oggi è un percorso a ostacoli che frena l’economia europea. La Commissione Ue intervenga urgentemente: il momento è delicato, con gli agricoltori che protestano in tutta Europa contro le follie green e una tensione che potrebbe espandersi ad altri settori».

Per Uggè «l’attraversamento dell’arco alpino è fondamentale per l’economia italiana ed europea. Il totale dell’import/export italiano ammonta a 1.286,4 miliardi di euro e a 466 milioni di tonnellate di merce, l’85% delle quali va verso i Paesi dell’Ue via strada. Il 42% degli scambi italiani con l’Ue vede il 47% uscire dal NordOvest, il 52% dal NordEst, e il solo Brennero vale 130 miliardi di euro di valore in merce. Se pensiamo che l’economia europea è basata sulla consegna in tempo reale, capiamo bene che quando le merci non arrivano in tempo sui mercati, è tutta l’economia europea a rimetterci».

Il problema delle difficoltà del passaggio della barriera alpina, vuoi per accadimenti ambientali come la frana sulla direttrice del Frejus in territorio francese, che per manutenzioni straordinarie come il Monte Bianco per una chiusura semestrale per i prossimi 18 anni, il Gran San Bernardo ha limitazioni notturne, il Gottardo è chiuso per un incidente ferroviario fino a settembre 2024, mentre sul Brennero continuano a pesare le limitazioni unilaterali al passaggio dei Tir deciso dal Tirolo che interessano solo i passaggi tra Italia e Germania. Per Uggè «se l’Italia avesse la medesima accessibilità della Germania, il Pil nazionale aumenterebbe del 17%».

Di qui l’appello ai governi e alla Commissione europea per realizzare effettivamente la libera circolazione delle merci sul territorio comunitario, magari arrivando a modificare l’impostazione eccessivamente demagogica ambientale del Protocollo dei trasporti delle Alpi che, secondo Uggè, «aggrava la situazione invece che di migliorarla, con gravi ripercussioni sul principio fondamentale della libera circolazione di merci e persone. Appoggeremo ogni azione del Governo e del ministro dei Trasporti che vada in questa direzione».

In tema sulle difficoltà di circolazione sulla tratta del Brennero che è il principale valico di interscambio italiano è intervenuto il ministro Salvini che ha assicurato che «nei prossimi giorni l’Avvocatura dello Stato – nel nome della concorrenza leale e della parità di condizioni – invierà prima alla Commissione poi alla Corte di Giustizia il quesito sulla legittimità di queste limitazioni che danneggiano l’economia».

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