Nutriscore, il “No” italiano stoppa la Commissione che rinvia a metà 2023

Soddisfazione delle organizzazioni agricole. De Carlo: «perfino gli studiosi francesi bocciano il sistema antiquato e farraginoso». 

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Il rinvio della presentazione della proposta di regolamento sull’etichetta nutrizionale fronte-pacco salva l’85% in valore del “Prodotto in Italia” a denominazione di origine che rischiava di essere ingiustamente penalizzato dall’etichetta “Nutriscore”.

Coldiretti sottolinea che il rinvio al secondo trimestre del 2023 della presentazione della proposta di regolamento conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi. Il “Nutriscore” è infatti un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – si concentranoesclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del “Prodotto in Italia” a denominazione di origine.

«Ci auguriamo che il tempo porti consiglio – afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia -. Una buona notizia per il nostro “Prodotto in Italia” che rischia di essere ingiustamente penalizzato da un sistema di etichettatura, quello del “Nutriscore”, ingannevole per i consumatori e con effetti potenzialmente molto pericolosi sulla salute, pensiamo solo cosa significa lasciar credereche un cibo iperprocessato, frutto di processi di sintesi, possa essere consideratomigliore” di un’eccellenza come l’olio extravergine di oliva o il Parmigiano Reggiano».

Per il senatore e responsabile nazionale del Dipartimento agricoltura di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, il “Nutriscore” è un «sistema obsoleto» che si basa su «concetti sorpassati dalla scienza» che fornisce risultati sulla base di «analisi incomplete e parziali»: la bocciatura del “Nutriscore” è netta, e a renderla ancora più pesante è il fatto che arrivi da Jean-Michel Lecerf, scienziato francese fondatore all’Istituto Pasteur di un dipartimento di nutrizione.

Un’analisi, quella fornita da Lecerf nel corso di un’intervista a European Scientist, sui tanti punti deboli del “semaforo del cibo” e che non poteva che essere accolta con soddisfazione anche in Italia: «lo dica ancora una volta anche la scienza: quel sistema così come è non è corretto – prosegue De Carlo -. Senza il nostro impegno nel portare in Parlamento e in Europa i dubbi sul “Nutriscore”, ora ci sarebbero strade spalancate agli interessi delle multinazionali e ai laboratori della carne in provettache avrebbero ucciso un’eccellenza mondiale come quella dell’agroproduzione italiana. Abbiamo sempre sostenuto come la nostra fosse una battaglia per difendere la varietà dei nostri prodotti nazionali e la biodiversità».

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