Reazione rabbiosa delle opposizioni. Urzì: «altro che legge truffa, uno stupro elettorale». Divina: «in pratica alle opposizioni spetterà solo un seggio su undici»
La nuova legge elettorale che si va profilando in parlamento, il cosiddetto “Italicum”, riserva per Trentino Alto Adige un trattamento peculiare dovuto alla presenza delle minoranze etniche. Per salvaguardarne la rappresentanza, a differenza del resto del Paese, in regione si utilizzeranno i collegi uninominali, 4 in Alto Adige e altrettanti in Trentino, cui s’aggiungeranno altri tre deputati eletti con il sistema proporzionale, due dei quali riservati alla maggioranza.
Un quadro elettorale tagliato su misura per le esigenze dell’attuale maggioranza regionale basata su un asse formato tra la Svp, l’Upt, il Pd e il Patt che ha fatto gridare allo scandalo i rappresentanti delle opposizioni. Alessandro Urzi (Alto Adige nel cuore) parla di «altro che legge truffa, ormai possiamo esplicitamente parlare di legge stupro. Ma chi vogliamo prendere in giro sulla riforma elettorale? Sono i fatti a parlare chiaro: solo per rimanere all’Alto Adige sarà azzerata (altro che fare festa…) la rappresentanza indipendente ed autonoma del gruppo linguistico italiano». Per Urzì «la suddivisione in collegi uninominali del territorio altoatesino (un po’ come avvenuto per il Senato nel passato) regalerà automaticamente tre dei quattro deputati altoatesini alla Svp. Nel collegio di Bolzano è evidente che la Svp potrà scegliersi il candidato gradito ed allineato facendo convergere su di esso il consenso. E la frittata sarà fatta: nessuna forza politica libera ed autonoma sarà nella condizione di compensare l’aiutino offerto al PD dalla Svp che quindi dal menu offerto dagli emuli di Renzi a Bolzano potrà scegliere il candidato più adeguato a obbedire agli ordini diramati da via Brennero. Uno sconcio senza fine». Urzì allarga la critica al metodo di ripartizione della quota proporzionale: «peggio andrà nella ripartizione dei collegi su base proporzionale regionale. Due andranno alla coalizione o lista vincente (quindi il Pd o i sui fedeli “alleati”, Svp compresa, che potrebbe aspirare a conquistare anche un seggio in più) e solo uno alle minoranze politiche, su base regionale. Un solo deputato su 11. Viva la democrazia».
Critico anche il vicepresidente dei senatori della Lega Nord, Sergio Divina, secondo cui «un sistema siffatto per il Trentino Alto Adige ha chiari profili di incostituzionalità, in quanto viene a mancare del tutto il legame tra voti espressi e rappresentatività. Con il meccanismo escogitato dalla maggioranza di centro sinistra autonomista, la rappresentatività delle opposizioni sarà ridotta giocoforza a solo un deputato, forse due, su undici. Davvero poco».