Meloni “Mr Wolf” altro che Giorgia: intervenendo al Festival dell’economia di Trento, il premier ha parlato a tutto tondo dei problemi del Belpaese, evidenziando un approccio metodico: «ogni giorno mi alzo per risolvere problemi», quelli che altri preferiscono lasciare inevasi per i posteri.
«Io non sono il tipo di persona che riesce a ripagare con la vanità le sue rinunce… – attacca Meloni -. Attualmente la mia vita si svolge così: mi alzo la mattina, cerco di risolvere problemi, vado a dormire. Mediamente sto un’ora al giorno con mia figlia tra mattino e sera. Qualcuno pensa davvero che io posso fare questo avendo come unico obiettivo quello di rimanere a fare questo?»
Meloni “Mr. Wolf” parla della sua vita “sacrificata” da premier, a metà tra lo sfogo e l’orgoglio per il ruolo ricoperto. Una vita da stacanovista e “Mr. Wolf” nello stesso tempo, «al servizio dei cittadini». La premier rivendica quanto fatto dal suo governo fino ad ora e ribadisce che non arretrerà di un millimetro sul premierato. «Per me vale la pena di fare questo vita – assicura Meloni – se quando hai finito puoi guardare l’Italia e dire che ne valeva la pena. Quindi, io voglio lasciare qualcosa, e o la va o la spacca: nessuno mi chieda di scaldare la sedia e stare qui a sopravvivere, perché non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico».
Da qui la «necessità» di fare la riforma del premierato con la quale «rimettiamo il boccino delle decisioni in mano ai cittadini». Non solo, per Meloni il premierato è una «misura democratica e pure economica perché garantisce la stabilità di un governo e la stabilità è una misura di rafforzamento delle opportunità di crescita della Nazione». Il governo, spiega, «è arrivato con un racconto delle piaghe d’Egitto, è chiaro che se vieni presentato come Attila l’Unno e invece sei Giorgia Meloni, è possibile che tranquillizzi per il fatto stesso di essere Meloni».
Il premier spiega perché, nonostante i conti pubblici in affanno, le agenzie di rating non hanno declassato l’Italia: «la solidità della maggioranza è importante. Nessuno vuole investire in una Nazione nella quale tutto cambia ogni anno. Quando hai tempo, quando la tua maggioranza non è sempre in bilico, puoi anche costruire una strategia e questo fa la differenza anche agli occhi di chi investe. Noi stiamo cercando di costruire una strategia».
«Chi investe – rimarca Meloni “Mr. Wolf” – vuole vedere quale è la tua idea e vuole scommettere. Inoltre ha contato la serietà con cui abbiamo affrontato le materie economiche, facendo attenzione alla spesa pubblica, al bilancio senza rinunciare a manovre espansive, senza deprimere l’economia. Abbiamo trovato equilibrio, avviamo avuto il coraggio di fare cose anche impopolari. Quello che stiamo facendo sul Superbonus sembra una misura impopolare, ma ho bisogno di limitare l’emorragia generata dal Superbonus perché non ce la possiamo permettere». Ancora: «io non ho bisogno di fare cassa sul Superbonus, ma di limitare l’emorragia creata che, secondo me, non produce quanto promesso; solo sui bonus edilizia abbiamo 17 miliardi di truffe, ovvero l’intero valore prodotto da tutto il nostro settore del vino in un anno. Io sono una persona seria e non mi assumo la responsabilità di portare avanti una cosa del genere, poi gli italiani valuteranno. Ma la stretta la devi mettere altrimenti rischi di andare fuori controllo».
«Bisogna avere il coraggio di fare le cose giuste – dice Meloni “Mr. Wolf” – anche quando sono impopolari. Come quando abbiamo abolito il reddito di cittadinanza. Si diceva che ci sarebbe stata una rivoluzione, e invece molti ex percettori oggi hanno un lavoro e sono anche più felici».
Quanto al fatto del giorno, ovvero il redditometro prima approvato e poi precipitosamente ritirato, Meloni puntualizza su quanto è accaduto: «attualmente abbiamo la possibilità di procedere con l’accertamento sintetico, ma non le norme che lo regolano. La verità è che oggi l’autorità accertatrice può muoversi con grande libertà, con eccessiva discrezionalità; da questo parte il lavoro del viceministro Leo. Io l’ho sospesa perché la voglio vedere meglio, penso che sul tema specifico una cosa è colpire i casi oggettivamente intollerabili, altra cosa è correre il rischio di infilare nell’ordinamento un’altra norma che vessa il cittadino comune e sulla quale sono contraria. Secondo me serve più tempo per guardare nel merito la questione e ragionare sulla norma».
Sempre riguardo al tema fiscale, «stiamo facendo una riforma fiscale che attendevamo da 50 anni, stiamo procedendo con i decreti attuativi sulla delega fiscale per disegnare un fisco diverso. Un fisco giusto non ti vessa con regole assurde e con un livello di tassazione altissimo – prosegue Meloni -, un fisco giusto ti chiede di pagare il giusto e di farlo in tempi ragionevoli. Deve venire incontro al cittadino in difficoltà, deve saper essere comprensivo, dialogare e vedere ogni singolo caso. Spesso vengo definita come amica degli evasori, ma i numeri dicono che il 2023 è stato l’anno record di recupero dell’evasione fiscale in Italia».
Meloni regala attenzione anche al suo principale competore, il segretario del Pd, Elly Schlein, che sarebbe intervenuto sempre al Festival dell’economia di Trento e sempre al Teatro Sociale un paio d’ore dopo. «Ringrazio il segretario del Pd Schlein – prosegue – soprattutto per ricordarci i disastri che la sinistra al governo in 10 anni ha portato in Italia. È vero che in Italia i salari crescono meno della Francia, ma al segretario del Pd può chiedere che cosa pensa di risultati portati dalla sinistra sui salari negli anni in cui erano al governo, perché non si può prendere questo disastro e ribaltarlo in un anno e mezzo. Io sono fiera che siamo riusciti a far crescere i salari in Italia perché è stata una scelta, le poche risorse che avevamo le abbiamo messe su questo. Le lezioni da chi quando era al governo faceva diminuire i salari, anche no».
Poi un passaggio sulle privatizzazioni, a partire da quella di Poste Italiane: «non è stata presa alcuna decisione sulla possibilità di vendere alcune quote di Poste Italiane, ma rispetto al dibattito che ho sentito voglio essere chiara: non c’è alcuna possibilità al mondo, fino a quando sono io al governo, che Poste possa essere privatizzata – assicura Meloni “Mr. Wolf”-, quello su cui si può ragionare è che essendo oggi la partecipazione dello Stato del 65% e, dando per scontato che lo Stato non deve mantenere il controllo ma la proprietà, per le quote in eccedenza c’è una possibilità di metterle sul mercato. Questo si può fare solo se destiniamo l’eccedente a famiglie italiane, piccoli risparmiatori e dipendenti delle Poste. Su questa materia sono disposta a discutere».
Infine, le elezioni europee e le possibili alleanze post voto: «ci si immagina una prossima legislatura e si cerca di capire se le cose in Ue possano cambiare, io penso che un margine ci sia e quel cambiamento è dato dalla possibilità di costruire delle maggioranze diverse. Le maggioranze arcobaleno non funzionano perché non hanno una visione, l’Europa lo sta pagando. Con Marine Le Pen ci sono dei punti in comune, è evidente. Vox sta nei conservatori come FdI e non cambierà gruppo, Le Pen sta in Id e non credo cambierà gruppo, non c’è in vista una forma di unificazione ma ciò non toglie che su alcuni temi si può collaborare come abbiamo già fatto».
Per chiudere con una previsione sul Governo Meloni: «su 68 governi il mio governo al momento è il sedicesimo per longevità, a Natale saremmo il sesto».
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