Legge sulla montagna: il Consiglio dei ministri vara il provvedimento

Gelmini: «provvedimento atteso da trent’anni che favorirà lo sviluppo». Bussone: «primo passo importante per il rilancio del territorio». Bond: «forte impulso per la sanità e la scuola».

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legge sulla montagna
Il ministro agli Affari regionali e autonomie, Mariastella Gelmini.

«L’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, della nuova legge sulla montagna rappresenta un momentoestremamente importante per tanti territori che aspettavano da quasi trent’anni un provvedimento organico, necessario per favorire lo sviluppo di molti comuni svantaggiati, per valorizzare le specificità delle “terre alte”, e per contrastare lo spopolamento» afferma con soddisfazione Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

La nuova legge porta una puntuale definizione degli interventi a favore della montagna: «l’impegno che prevediamo con questo disegno di legge – spiega Gelmini – è coerente con gli sforzi del nostro esecutivo per ricucire il Paese e ridurre i divari esistenti. Nasce la Strategia nazionale per la montagna italiana, che verrà finanziata grazie al Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane per il quale l’ultima legge di bilancio ha previsto lo stanziamento di 100 milioni per il 2022 (prima erano 29,5 milioni) e 200 milioni all’anno a decorrere dal 2023».

«Il disegno di legge – prosegue il ministro – si pone l’obiettivo di garantire anche in montagna la fruibilità di tutti i servizi essenziali, dalla sanità alla scuola: chi sceglie di fare il medico o il professore in comuni montani avrà delle agevolazioni; sono previsti incentivi per lo sviluppo dei servizi di telefonia mobile e per l’accesso a internet; avremo un credito di impostaper gli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei comuni montani; ci saranno misure fiscali di favore per i giovani con meno di 36 anni che avviano una propria impresa in montagna; e la misura “Io resto in montagna”: detrazioni sul mutuo per chi, con meno di 41 anni, acquista una “prima casa” in un comune montano. Questo complesso di misure va ad inserirsi in una strategia generale che vede le montagne italiane protagoniste anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con le “comunità sostenibili”, di cui il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie è amministrazione titolare».

Le “comunità sostenibili”, aggiunge Gelmini, «assolvono a due diverse funzioni: da una parte rinforzare i rapporti tra aree montane e rurali in vista della maggiore tutela e valorizzazione di beni comuni di generale fruibilità; dall’altra innescare un virtuoso rapporto sussidiario di scambio con le realtà urbane. Il Consiglio dei ministri oggi ha compiuto un passo determinante nella giusta direzione, adesso mi auguro che questo disegno di legge possa essere rapidamente esaminato ed approvato dal Parlamento».

Il varo del disegno di legge è stato salutato positivamente dal presidente Uncem, Marco Bussone: «ringrazio il ministro Gelmini per la nuova norma che sostiene la crescita dei comuni montani e per contrastarne lo spopolamento. Ringrazio il ministro Gelmini, il presidente Draghi, tutte le forze politiche che hanno lavorato finora a questo provvedimento. Sono convinto possa esserci un’azione forte e coesa in Parlamento, per l’iter complessivo del ddl che deve definire come spendere bene per i territori 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio per il 2022 e 200 milioni dal 2023».

Per il deputato azzurro e presidente del Fondo Comuni Confinanti, Dario Bond, «ora tocca al Parlamento approvare rapidamente la proposta di legge che va a dare risposte concrete alla carenza di medici di base e di insegnanti, da sempre un problema della montagna. Con la nuova legge si interviene nel giusto modo per incentivare l’arrivo e la permanenza di professionisti della sanità e della scuola nelle “terre alte”. Il dispositivo di legge prevede assegni di studio in favore di laureati in medicina e chirurgia e in professioni sanitarie che esercitino la professione sanitaria presso strutture sanitarie in montagna per i primi tre anni dalla laurea. E ancora incentivi economici e punteggi aggiuntivi nei concorsi per i medici che lavorano nella sanità di montagna, ma anche sgravi sugli affitti. Lo stesso vale per gli insegnanti, che avranno un punteggio aggiuntivo in graduatoria per il servizio prestato in territori montani e agevolazioni negli affitti della casa. Sono misure importanti che vanno nella direzione di risolvere concretamente due problemi annosi e che affossano i servizi delle “terre alte”».

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