Legge elettorale: per il PD Fiano il nodo trentino è insormontabile

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Il Pd ritiene indispensabile il gradiemnto SVP. Biancofione (FI): «la Svp e il PD si confrontino con il diritto, i regolamenti e la democrazia»

aula parlamento camera primo giorno legislaturaLa discussione sulla nuova legge elettorale per il rinnovo del Parlamento scatena ancora polemiche sul nodo del metodo elettorale riservato al Trentino Alto Adige, con il Pd aggrappato alla “necessità” di avere il gradimento preventivo della Svp, anche se ciò va a detrimento della rappresentatività democratica.

Per il capogruppo Pd alla Camera, il friulano Ettore Rosato, «abbiamo deciso di andare avanti: l’accordo fatto tra le quattro forze politiche sul modello tedesco ha ancora una sua validità. C’è da risolvere un problema regolamentare e politico per quanto riguarda il Trentino Alto Adige» a seguito della votazione alla Camera dell’emendamento Biancofiore-Fraccaro che ha cancellato “l’oasi” elettorale sicura per l’asse Svp-Pd-Patt.

Sul tema, il relatore della legge, il Pd Emanuele Fiano, è netto: «il Pd vuole andare avanti sulla legge elettorale, ma chiede un supplemento di istruttoria sul tema del vincolo sulla norma sul Trentino derivante dal voto dell’Aula». Fiano ha annunciato di voler chiedere un’istruttoria anche alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e alla conferenza dei capigruppo ribadendo «il massimo rispetto per l’analisi condotta dal presidente della Commissione Mazziotti e dagli uffici che non intende assolutamente contestare». Mazziotti la scorsa settimana aveva spiegato che non è possibile modificare la norma sul Trentino votata dall’aula. «Il tema – sottolinea Fiano – è infatti politicamente delicatissimo visto che la Svp ha dichiarato che se resta questa norma uscirà dal governo. Chiede il contributo di tutti i gruppi a superare il problema. Ora il Presidente della Commissione avrà un incontro con il presidente della Camera. Sia chiaro comunque che per noi, quello del Trentino, è un problema politico e la questione posta da Svp è per noi invalicabile».

Andrea Mazziotti, presidente della Commissione affari costituzionali della Camera, da parte sua non può non sottolineare come «il nodo del voto sul Trentino, dal punto di vista regolamentare, è stato già ampiamente sviscerato dagli uffici della Commissione. E’ evidente che se la posizione del Pd non cambia o se non si trova un accordo politico (sulla questione Trentina, ndr) andare avanti è complicatissimo, visto che è evidente che senza il Pd la legge elettorale non si fa».

Sui diktat della Svp e del Pd scende in campo Forza Italia: per Francesco Sisto «non è una semplice bega della maggioranza che può fermare un percorso su una legge centrale come quella elettorale. Il tema posto dal Pd non è ostativo, visto che può essere superabile grazie al sistema bicamerale. Si corre il rischio che possa apparire un pretesto». Ancora più netta la “colpevole” dell’impantanamento della legge elettorale, la deputata azzurrae coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige, Michaela Biancofiore: «fino allo sfinimento continuerò a proporre alla Svp un confronto, anche pubblico, sugli effetti positivi del “Tedescum” anche in Trentino Alto Adige che premia, numeri alla mano, proprio il partito di maggioranza etnico tedesco e che mi sono detta disponibile anche a ritoccare. I ricatti però – continua Biancofiore -, la volontà di violentare i regolamenti parlamentari e calpestare i voti democratici del Parlamento sovrano, mi costringono ad un ultimatum per liberare il Paese, il Parlamento e anche il Pd dall’incomprensibile giogo della Svp. O, meglio, degli ingiustificati capricci della Svp, partito affatto determinante per il destino del governo visto che non mi risulta sia al governo. Sono certa che il presidente Gentiloni non troverà difficoltà a trovare la maggioranza per la legge di stabilità anche senza sottoporsi ai ricatti del gruppo delle Autonomie».

Biancofiore è pronta a passare alle vie di fatto: «in occasione delle ultime elezioni comunali, come ben ricordano gli esponenti Pd ed Svp, gli ho fatto cambiare in due giorni, con convocazione straordinaria del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, la legge per la presentazione delle candidature. Bene, ora sappiano che tutte le opposizioni, che in Trentino Alto Adige rappresentano quasi il 50% dell’elettorato, sono pronte ad ogni tipo di azione legale permessa da quel diritto e quella democrazia che il Pd è la Svp sembrano voler piegare ai loro interessi elettorali. Vengano a spiegare in pubblico proprio in Trentino Alto Adige, perché si oppongono ad una legge elettorale proporzionale praticamente identica a quella con la quale sono attualmente eletti in Parlamento e ascoltino i suggerimenti dell’ex Obmann della Svp Brugger che ha riconosciuto la bontà del sistema elettorale proporzionale».