Italian sounding: secondo l’UE tante chiacchiere, ma nessuna denuncia ufficiale

La Commissione europea risponde ad un’interrogazione dell’eurodeputata veneta Bizzotto: «nessuna denuncia di casi di frode alimentare da parte delle autorità italiane». 

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Parole, parole, parole… Non c’è politico italiano che negli ultimi tempi non si sia pronunciato sui danni del cosiddetto italian sounding, cioè la vendita di prodotti alimentari nel mondo spacciati per italiani, ma che di italiano hanno solo una vaga assonanza lessicale (oltre che qualitativa) con l’originale. Si tratterebbe di vere e proprie frodi, eppure nessuna autorità italiana si sarebbe presa la brigadi fare le regolari segnalazioni nei canali ufficiali dell’UE. Questo il contenuto clamoroso contenuto nella risposta del commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, ad un’interrogazione formulata dall’eurodeputata venetadella Lega, Mara Bizzotto.

Secondo Bizzotto, «durante la IXX edizione di Cibus, fiera di settore dell’agroalimentare “Made in Italy”, Coldiretti ha reso noto che negli ultimi dieci anni il valore della contraffazione alimentare nel mondo ai danni dei prodotti italiani è aumentato da 60 a oltre 100 miliardi di euro (+70 %). Il falso agroalimentare, definito italian sounding, genera una forte concorrenza ai danni dei produttori italiani e danneggia i consumatori che vengono ingannati dalle denominazioni che ricordano le eccellenzeMade in Italy”».

Da questa premessa, Bizzotto chiedeva alla Commissione «come intende rafforzare la lotta alla contraffazione agroalimentare nei mercati internazionali per garantire una migliore tutela dei prodotti italiani e quali altre azioni intende mettere in atto per salvaguardare le produzioniMade in Italy” dai tentativi di falsificazione».

Nella sua risposta, il commissario Vytenis Andriukaitis, afferma come «l’UE si impegna a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri al fine di intensificare le proprie azioni contro le frodi alimentari. Attualmente la Commissione coordina una serie di iniziative finalizzate alla lotta contro le frodi alimentari nell’UE. Tali iniziative sono: la rete UE sulle frodi alimentari, un apposito strumento informatico noto come sistema di assistenza e cooperazione amministrativa (ACA) e il nuovo centro di conoscenze dell’UE sulle frodi alimentari e la qualità degli alimenti. Negli ultimi anni la Commissione – prosegue Andriukaitis -, in collaborazione con gli Stati membri e alcuni organismi internazionali come Europol, ha intensificato le proprie azioni tramite la creazione di una rete UE sulle frodi alimentari. Dal 2014 la Commissione pubblica relazioni annuali relative al sistema ACA e alla rete UE sulle frodi alimentari, comprendenti statistiche sugli scambi di informazioni tra gli Stati membri in materia di frodi alimentari».

Secondo il commissario Andriukaitis, «la relazione del 2017 riporta 178 casi di scambio di informazioni sulle frodi alimentariattraverso il sistema ACA dedicato. Tale dato non rispecchia necessariamente la totalità dei casi di non conformità verificatisi all’interno dell’UE, dal momento che il sistema funziona su base volontaria e consente di rilevare soltanto casi di non conformità a livello transfrontaliero. La Commissione non ha ricevuto alcuna denuncia di casi di frode alimentare da parte delle autorità italiane». Alla faccia della lotta contro l’italian sounding!

E’ vivamente auspicabile che il nuovo ministro all’Agricoltura del governo pentaleghista, Gianmarco Centinaio, faccia rapidamente dimenticare l’ignavia del ministro del centro sinistra Maruizio Martina, evidentemente troppo affaccendato in altre questioni per seguire con decisione la tutela dei prodotti italiani e il recupero al Pil nazionale di buona parte di quei 100 miliardi di valore che attualmente sfuggono al vero prodotto italiano.

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