Immigrazione, per Vienna bisogna bloccare i clandestini su isole come Lesbos o Pantelleria

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Il ministro degli esteri Kurz propone che chi arriva illegalmente dovrebbe perdere diritto ad asilo. Strache: «mercoledì presenteremo ricorso per invalidare le elezioni presidenziali per brogli»

 

immigrati mani teseVienna alza i toni sulla questione migranti. Il giovane ministro degli esteri Sebastian Kurz del partito popolare OVP propone che i migranti in viaggio verso l’Europa vengano bloccati e portati su delle isole. «Non è un caso – dice Kurz in un’intervista al quotidiano Die Presse – che gli Stati Uniti abbiano portati i migranti a Ellis Island, un’isola, prima di decidere chi poteva raggiungere la terraferma».

Secondo Kurz, «chi arriva illegalmente in Europa dovrebbe perdere il diritto di chiedere asilo. Essere salvati in mare non deve essere un biglietto per l’Europa centrale».

«Chi deve attendere su un’isola, come Lesbos, senza possibilità di ottenere asilo, si convincerà più facilmente a tornare indietro di chi abita già in un appartamento a Vienna oppure a Berlino», prosegue Kurz, che cita come esempio anche l’Australia dove «tra il 2012 e il 2013, 40.000 profughi sono arrivati in Australia via mare e oltre mille sono annegati. Ora non arriva più nessuno e non ci sono più annegamenti. Il nostro sistema – aggiunge – provoca migliaia di morti nel Mediterraneo, perché i migranti sperano di essere accolti». 

Le richieste di asilo dovrebbero poter essere presentate in strutture Onu, come i campi profughi, propone Kurz. Per il ministro degli esteri austriaco, «l’Europa rischia la frattura, se alcuni pochi politici mitteleuropei vogliono imporre all’Europa le loro regole, perché si sentono moralmente superiori».

Intanto la temperatura politica austriaca si alza nuovamente sul caso dei presunti brogli alle recenti elezioni presidenziali che hanno visto trionfare per solo 31.000 voti il candidato indipendente verde contro quello liberale. Il leader della FPO Heinz-Christian Strache ha ribadito che «è 

molto probabile che ricorreremo, le possibilità di impugnare vanno oltre il 50%». Strache ha detto che il partito prenderà la decisione mercoledì prossimo, il termine ultimo per fare ricorso alla magistratura, al «termine delle indagini condotte dagli esperti legali sulle irregolarità riscontrate. Se saranno confermate, abbiamo la responsabilità di far rispettare la democrazia».

La FPO sta esaminando alcune irregolarità che sarebbero venute alla luce nei vari seggi elettorali del paese, tra cui il fatto che le schede postali sarebbero state contate troppo presto senza attendere i risultati finali di quelle messe nelle urne. La legge impone di non iniziare a contare quelle giunte per posta (che devono essere inviate 15 giorni prima la data del voto e vengono messe in un’area apposita dove nessuno ha accesso) per evitare di influenzare gli elettori che devono ancora recarsi a votare. Il voto per posta, a differenza di quanto molti possano credere, non è riservato solo a chi vive all’estero, anzi molti austriaci residenti nel paese preferisce usare questo sistema per essere liberi il giorno delle votazioni. Proprio sul voto per posta, l’ex leader dei Verdi, Alexander Van der Bellen, 72 anni, ha vinto le elezioni presidenziali il 22 maggio scorso con il vantaggio di appena 31.000 voti grazie alle 860.000 preferenze giunte per corrispondenza, voti che hanno ribaltato il precedente e parziale risultato delle urne chiuse la domenica sera alle 17.00. Se l’FPO dovesse impugnare il risultato delle presidenziali la magistratura potrebbe decidere di rinviare l’insediamento del nuovo presidente, aprendo per l’Austria una fase di grande instabilità politica.