Il finanziamento di un museo d’arte moderna di Roma a danno dei ciechi

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ministro beni culturali Lorenzo Ornaghi 2 1Il ministro Ornaghi dimezza i fondi del Centro del libro parlato (compresa la filiale di Feltre) a vantaggio del Maxxi. Divina: “ripristinare i fondi a favore dei più deboli”

Il Governo dei tecnici presieduto da Mario Monti non smette di stupire. Questa volta, a salire sulla ribalta della gogna tocca al ministro dei beni culturali, Lorenzo Ornaghi, che ha deliberato di tagliare del 50% i fondi a favore del Centro per il libro parlato di Roma e di Feltre per favorire lo stanziamento di un bel gruzzolo di ben 4 milioni di euro (probabilmente aumentabili fino a 6 milioni) per accompagnare l’entrata del nuovo presidente, la quasi ex parlamentare PD Giovanna Melandri, ovviamente soddisfatta del bel regalo.

E’ preferibile finanziare un museo di arte moderna, oppure un centro che cura la diffusione della cultura a favore dei ciechi? Oppure, sempre per finanziare un museo d’arte moderna di una grande città come Roma, perché sforbiciare vigorosamente i contributi ad enti e fondazioni e istituti culturali che già soffrono di bilanci tutt’altro che floridi? Già, bella domanda.

Peccato che per far ciò, Ornaghi abbia tagliato del 50% il contributo al Centro del libro parlato nazionale (tolto 1 milione di euro tondo), facendo lo stesso anche per quello di Feltre (anche qui dimezzamento: da 226.000 euro a 106.000), oppure resecando rispettivamente di 2,5 milioni e 1,2 milioni i fondi a favore di enti, fondazioni e istituzioni culturali.

Lega Nord Trentino campagna tasse Divina 1 “Una scelta che grida vendetta e che deve essere immediatamente rivista” ha tuonato il senatore Sergio Divina che si propone di presentare al più presto “un emendamento alla legge di stabilità (e spero vivamente di essere seguito da altri senatori di ogni schieramento) per ripristinare, magari incrementandoli, i fondi per il Centro del libro parlato a favore dei ciechi e delle associazioni, fondazioni e istituti culturali. E pazienza se la neo presidente Melandri dovrà arrangiarsi – al pari di altri presidenti e direttori di musei italiani – con la dotazione ordinaria del museo. Se veramente il Maxxi è ciò che pensa lei, batta cassa coerentemente presso i privati”. Difficile dargli torto.