I dubbi di Confartigianato Marca Trevigiana sul sostituto del buono lavoro

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Voucher buono Lavoro
Sartor: «rileviamo un eccessivo vincolo l’impiego del nuovo contratto di lavoro per prestazioni occasionali limitato solo alle imprese con un massimo di 5 dipendenti a tempo pieno»

Voucher buono LavoroL’avvenuta approvazione da parte del Senato del Decreto fiscale restituisce alle imprese un contratto di lavoro per gestire esigenze occasionali di manodopera dopo l’improvvisa e mal condotta soppressione dei buoni lavoro risalente allo scorso marzo sull’onda referendaria e della pressione della Cgil.


«Una notizia che ci soddisfa poiché favorisce le imprese che hanno la possibilità di assumere personale per soddisfare esigenze temporanee ed occasionali – afferma Vendemiano Sartor, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana -. Valutiamo positivamente il provvedimento in attesa di testarne la facilità di applicazione, nonostante il Governo non si sia mai confrontato con le associazioni imprenditoriali sul tema».

Gli articiani dela Marca evidenziano le criticità del provvedimento: «la legge circoscrive l’utilizzo esclusivo del nuovo strumento contrattuale alle imprese aventi da zero a cinque dipendenti a tempo indeterminato a tempo pieno – dice Sartor -. Un’inaccettabile limitazione soprattutto per le imprese artigiane il cui numero massimo di lavoratori (es. nella meccanica 22 compresi gli apprendisti) è stabilito per legge. Dare vantaggi ad alcune imprese a scapito di altre del medesimo comparto viola le elementari regole di una corretta competizione». 

A questo s’aggiunge il tetto massimo aziendale annuo di 5.000 euro spendibili in lavoro occasionale: «unitamente alla soglia dei 5 addetti, quella dei 5.000 euro sono limitazioni che non condividiamo, perché riducono fortemente la possibilità di favorire la creazione di opportunità lavorative e di generare quindi un significativo impatto occupazionale, in un momento in cui ci sta adoperando per far si che le imprese mantengano e migliorino i loro standard di produttività – sottolinea Sartor -. Inoltre rileviamo che il nuovo strumento è più costoso del vecchio buono poiché il costo orario netto passa da 7,5 euro a 9 euro e prevede una consistente contribuzione previdenziale pari al 33%, rendendo l’esborso orario complessivo a carico dell’impresa equiparabile a quello di un dipendente subordinato». 

Il nuovo sistema per l’acquisto di ore lavoro s’accompagna anche ad un nuovo processo burocratico veicolato attraverso una nuova piattaforma informatica gestita dall’Inps «i cui meccanismi di funzionamento non sono ancora noti e per la gestione della quale la legge ha positivamente assegnato anche alle Associazioni di categoria il ruolo di intermediario e facilitatore dell’impiego dell’istituto da parte delle imprese – evidenzia il presidente degli Artigiani della Marca -. Siamo pertanto a richiedere al ministero del Lavoro che vengano divulgate al più presto modalità elementari e facilmente fruibili per la sua attivazione, rispondenti alla principio di snellezza proprio del contratto di lavoro che non prevede buste paga, certificazioni annue e ritenute fiscali. La nostra priorità è che il sostituto del buono lavoro sia immediatamente esigibile, per poter essere subito utilizzato dalle tante imprese il cui carico di lavoro è condizionato dalla stagionalità e che quindi ne hanno urgente bisogno».