Green Deal, continua la fuga dei commissari in vista del voto europeo

Anche il titolare dell’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, prende le distanze e loda il modello italiano.

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commissario europeo all'Agricoltura Janusz Wojciechowski

Dopo l’addio dell’eurotalebano ambientalista Frans Timmermans, continua la fuga degli esponenti della Commissione europea dai dettami delle tavole del “Green Deal”: alla schiera degli scettici se non dei contrari si aggiunge anche il commissario all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, che chiede profondi cambiamenti al piano.

«Ci sono ragioni nazionali ed elementi legati alle politiche europee come politiche commerciali, riforma della politica agricola comune (Pac) e “Green deal” – ha detto Wojciechowski a chiusura dell’evento “Nuove coordinate per la sostenibilità dell’agricoltura Ue”.

Senza troppi giri di parole, Wojciechowski avverte che, in questa fine legislatura, si sta lavorando a «un pacchetto di misure che riducano alcuni aspetti del “Green Deal” come la sospensione della riduzione dei terreni incolti, come il divieto del taglio del 50% dell’uso dei pesticidi».

«Sicurezza, stabilità, sostenibilità e solidarietà» sono le quattro parole chiave individuate dal commissario Ue per il futuro dell’agricoltura europea. In particolare, «ogni cosa che produce insicurezza alimentare non deve essere proposto né introdotto», sottolinea Wojciechowski, che, nel suo discorso include un messaggio di stima rivolto all’Italia: «Ringrazio tutti gli agricoltori, soprattutto quelli italiani, per il loro lavoro per la sicurezza alimentare».

Quanto alla seconda parola chiave «va fornita stabilità giuridica, il che implica non troppe modifiche nelle regole della Pac e stabilizzare la politica comune», oltre a garantire «stabilità di reddito» per gli agricoltori. La sostenibilità «è una grande sfida, perché non riguarda solo ambiente e clima», ma capacità di stare sul mercato. In tal senso l’Italia, con la sua filiera, è un’esperienza di successo, perché, spiega Wojciechowski, i mercati locali, il sistemachilometri zero”, sono tutti esempi di «una diversificazione che è importante».

Venendo all’ultima parola chiave, Wojciechowski torna a lodare il Belpaese: la solidarietà, afferma, dovrà sussistere «non solo tra Paesi ma tra agricoltori, e in tal senso l’Italia sa offrire un ottimo esempio con le cooperative», oltre che «solidarietà tra agricoltori e consumatori».

«Dobbiamo raccomandare l’esperienza italiana per il futuro della politica, con produzione mista», aggiunge Wojciechowski, sottolineando che «l’Ue è il più grande esportatore alimentare a livello mondiale», e in questo «il “Made in Italydà un contributo importante in questo, con i suoi vini e con tutti i suoi prodotti. «Per produttività abbiamo bisogno di grandi aziende», ma quando si parla di agricoltura «dovremmo salvaguardare il modello tradizionale fatto di piccole e medie aziende a conduzione familiare», conclude il commissario europeo all’Agricoltura.

L’uscita dell’eurocommissario polacco, esponente di una maggioranza politica euroscettica, brucia nelle stanze della Commissione, tanto che questa prende le distanze con una nota diffusa, affermando che «le sue parole riflettono una sua opinione personale e non riflette la posizione dell’esecutivo Ue».

Ma la posizione di Wojciechowski non è isolata, tanto che la stessa presidente in corsa per una rielezione ormai ha anch’essa innescato la retromarcia, aprendo a modifiche a pezzi sempre più importanti del “Green Deal”, nel tentativo difficile, se non impossibile per Ursula von der Leyen, di coalizzare su di sé una maggioranza sufficiente in grado di rieleggerla a giugno prossimo.

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