Secondo la Cgia permangono i tempi lunghi nel pagamento delle fatture anche nel I trimestre 2015
La Cgia continua ad incalzare il Premier Renzi. In attesa di conoscere con molto interesse le modalità di copertura che dovrebbero consentire la rivoluzione copernicana in materia di fisco, gli artigiani mestrini si appellano al presidente del Consiglio affinché i ministeri comincino a pagare i propri fornitori secondo gli accordi contrattuali.
«La Presidenza del Consiglio dei Ministri – segnala Paolo Zabeo della Cgia – paga con 29 giorni di ritardo rispetto a quanto stabilito da contratto. Nonostante il ritardo sia ragguardevole, il ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Economia e delle Finanze hanno performance addirittura peggiori: il primo paga mediamente con un ritardo di quasi 38 giorni rispetto a quanto stabilito con la controparte, mentre lo sforamento del secondo arriva addirittura a 82 giorni. E’ una cosa inaccettabile».
Diversamente, segnala la Cgia, è utile segnalare la performance del Ministero delle Infrastrutture: rispetto alla scadenza contrattuale, i pagamenti vengono effettuati in media 23,5 giorni prima della scadenza. Purtroppo, però, sono 5 i ministeri che, pur avendone l’obbligo, non hanno ancora pubblicato on line i propri dati (Interno, Giustizia, Ambiente, Lavoro e Beni Culturali) riferiti al primo trimestre di quest’anno: vale a dire l’indice di tempestività dei pagamenti.
Sebbene la legge imponga alla pubblica amministrazione di pagare i propri fornitori con tempi compresi tra i 30 e i 60 giorni, alcuni ministeri continuano a non rispettare questa scadenza. Più in generale, secondo le stime presentate dalla Banca d’Italia nella “Relazione Annuale 2014”, al 31 dicembre scorso il debito commerciale del comparto pubblico nei confronti dei fornitori privati ammonterebbe a 70 miliardi di euro. Se depuriamo da questo importo i 10 miliardi circa che i creditori hanno ceduto pro soluto alle banche, si evince che la pubblica amministrazione deve ancora saldare 60 miliardi di euro ai propri fornitori.
«Lo stock di debito – conclude Zabeo – rimane ancora molto elevato, poiché la nostra Pa continua a pagare con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013. Infatti, sebbene i tempi di pagamento nell’ultimo anno siano scesi mediamente di 21 giorni, secondo Intrum Justitia nel 2015 la nostra Pa si conferma la peggiore pagatrice d’Europa, visto che salda mediamente i propri fornitori dopo 144 giorni, a fronte dei 34 giorni medi che si registrano mediamente in Ue. Pertanto – conclude – prima di lanciare delle proposte mirabolanti sul taglio delle tasse, il Premier disponga, almeno alla Presidenza del Consiglio, di pagare le aziende fornitrici in tempi ragionevoli».