Gettito Iva al 30% del totale entrate del fisco se scattano gli aumenti

Simulazione di Unimpresa sull’ipotesi (già legge) della crescita dell’aliquota dal 22% al 25,2%. Pucci: «se scattano gli aumenti, colpo di grazia all’economia italiana».

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Secondo una simulazione fatta dal Centro studi di Unimpresa, se scatteranno le clausole di salvaguardia già previste per legge nel Documento di economia e finanza, l’Iva, con il passaggio dell’aliquota principale dal 22% al 25,2%, sarà sempre di più la regina delle tasse italiane. Si passerà dai 140 miliardi di euro di gettito previsti per il 2019 agli oltre 164 miliardi del 2020. Il balzello sui consumi salirà quindi dal 27% al 30% del totale del gettito tributario dello Stato, quando nel 2016 gli incassi Iva si erano attestati a quota 124 miliardi e rappresentavano il 25% del gettito fiscale complessivo.

«Le clausole di salvaguardia corrono il rischio di rappresentare il colpo di grazia per l’economia italiana: l’incremento delle aliquote avrebbe inevitabili effetti sui prezzi finali di prodotti e servizi, con i consumi destinati a fiaccarsi sensibilmente» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.

Secondo l’analisi di Unimpresa, basata sull’ultimo Documento di economia e finanza, il gettito Iva si potrebbe attestare a 164,1 miliardi nel 2020, qualora il governo non riuscisse a trovare coperture finanziarie sufficienti a sterilizzare le clausole di salvaguardia (circa 23 miliardi), con l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto destinata a salire dall’attuale 22% al 25,2%. Con l’incremento delle aliquote, l’Iva arriverebbe a rappresentare il 30,64% del gettito complessivo del 2020, paria 535,2 miliardi. Una vera e propria impennata rispetto a quest’anno: l’Iva dovrebbe arrivare a 140,1 miliardi pari al 27,62% del gettito totale, pari a 506,8 miliardi. Un dato in linea con quello dello scorso anno, quando il balzello sui consumi si attestò a 140,9 miliardi ed era il 27,97% dei 503,9 miliardi di incassi tributari totali. Nel biennio precedente, invece, l’Iva era a livelli più contenuti: 124,7 miliardi il gettito del 2016 su 495,1 miliardi totali (25,20%); 133,2 miliardi nel 2017 su 501,3 miliardi totali (26,58%). Gettito destinato a crescere ancora di piùvisto che nel piano di rincaro è coinvolta anche l’aliquota ridotta del 10% che passerà al 13%, non presa in considerazione dallo studio di Unimpresa.iva

«Spostare il carico fiscale sui consumi può avere un senso se contemporaneamente si dà potere di acquisto soprattutto ai cittadini, intervenendo con riduzioni del prelievo sui redditi da lavoro. Lasciar salire l’Iva senza contestuali tagli all’Irpef è pericolosissimo – dice Pucci -: al momento non sembrano esserci alternative, considerando sia il quadro dei conti pubblici sia la congiuntura poco favorevole».

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