Gettito fiscale in crescita di ben 18 miliardi di euro nei primi 8 mesi del 2016

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Secondo Unimpresa la crescita delle tasse (+6%) smentisce chi afferma che la pressione fiscale è calata. Intanto, l’Italia torna in deflazione, certificando il fallimento delle politiche governative

 

tasse peso ominoSono cresciute di 18 miliardi di euro, con una impennata superiore al 6%, il totale delle entrate tributarie nei primi otto mesi dell’anno rispetto al 2015. Da gennaio ad agosto il gettito complessivo dello Stato è stato pari a 303 miliardi da confrontare con i 284 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. L’incremento percentuale è nettamente più consistente rispetto all’andamento dell’economia reale: secondo le stime del governo, il 2016 si dovrebbe chiudere con il Pil in crescita dello 0,8%, i consumi in aumento dell’1% e i prezzi in rialzo dello 0,1%. Questi i dati principali di una analisi realizzata dal Centro studi di Unimpresa, secondo la quale le entrate tributarie sono aumentate di 11 miliardi (+4%).

Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, Il totale delle entrate nelle casse dello Stato è passato da 284,9 miliardi di gennaio-agosto 2015 a 303,2 miliardi di agosto 2016, con un incremento di 18,2 miliardi (+6,40%). Nel dettaglio, le entrate tributarie sono passate da 258,6 miliardi a 270,05 miliardi, in crescita di 11,4 miliardi (+4,41%). Si sono registrate variazioni positive per tutti i periodi in esame con la sola eccezione del mese di aprile, nel quale gli incassi tributari sono scesi di 586 milioni (-1,99%) passando da 29,4 miliardi a 28,8 miliardi. L’incremento più robusto si è verificato nel mese di giugno, con una variazione positiva di 4,1 miliardi (+10,22%) da 40,9 miliardi a 45,1 miliardi. Le “altre entrate” sono passate complessivamente da 26,3 miliardi a 33,1 miliardi con un incremento di 6,8 miliardi (+25,93%) per la quasi totalità attribuibile alla variazione positiva di 7,1 miliardi registrata nel mese di luglio.

L’andamento delle entrate ha dunque visto una crescita del 6,4% che non riflette il contesto congiunturale. Secondo le stime del governo contenute nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, alla fine del 2016 il prodotto interno lordo dovrebbe raggiungere una crescita dello 0,8%, i consumi dovrebbero terminare l’anno con un aumento dell’1% e i prezzi in salita dello 0,1%. E’ dunque evidente come il maggior gettito non è riconducibile alla sola crescita dell’economia: lo scostamento tra il +6,4% sul fronte fiscale, confrontato con il +0,8% del Pil è frutto di un aggravio dell’imposizione fiscale, legata al susseguirsi di manovre e misure pesanti, nei confronti di famiglie e imprese, attuate negli ultimi anni dai vari governi.

L’eccessivo peso fiscale strangola la ripresa economia e i consumi languono, tanto che a ottobre l’indice dei prezzi è tornato negativo, sancendo così che il Paese è nuovamente in deflazione.

«La ripresa è lontana e l’andamento dei prezzi, con i consumi al palo, dimostrano il ritorno della preoccupante spirale deflazionistica che non solo alimenta timori per questa fase, specie se si guarda alle prospettive di acquisti di Natale, ma soprattutto rende sempre più incerto il futuro, ciò sia per quanto riguarda le imprese sia per quanto riguarda le famiglie» afferma il Centro studi di Unimpresa sul dato definitivo sui prezzi a ottobre diffuso dall’Istat, secondo cui l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, a ottobre diminuisce dello 0,1% su base mensile e dello 0,2% su base annua (la stima preliminare era -0,1%).

Una situazione confermata dal boom delle riserve delle famiglie e delle imprese italiane che sono salite complessivamente di oltre 40 miliardi negli ultimi 12 mesi. Da agosto 2015 ad agosto 2016 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e banche è aumentato di oltre il 2% passando da 1.556 miliardi a 1.596 miliardi. Le famiglie non spendono e hanno lasciato in banca 33 miliardi in un anno (+3%), le imprese non investono e i loro fondi sono cresciuti di 13 miliardi (+6%), le banche, invece, hanno assistito a una contrazione della liquidità per 13 miliardi (-3%), ma allocata in forme di impiego diverse dal credito. Le riserve delle assicurazioni sono salite di 1 miliardo (+6%), quelle delle imprese familiari di 4 miliardi (+9%), quelle delle onlus di 919 milioni (+3%).Tabella entrate 12 nove 2016 copia