Bond (capogruppo PdL regione Veneto): “allucinante, il presidente della Repubblica crea disparità di trattamento tra i suoi cittadini”. Urzì: “espressone di ipocrisia da parte di Napolitano e Durnwalder”
Le celebrazioni per l’anniversario dell’autonomia della provincia di Bolzano alla Kursaal di Merano alla presenza dei presidenti di Italia (Giorgio Napolitano) e Austria (Heinz Fischer) non ha mancato di destare polemiche tra le forze politiche locali e non. “Non voglio rovinare la festa a nessuno ma lo spettacolo che si è svolto a Merano è davvero stucchevole. Quello che più mi rammarica è vedere il presidente della nostra Repubblica che continua a sostenere i privilegi di una realtà italiana a scapito delle altre. E’ semplicemente vergognoso”. A dirlo è il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale del Veneto, Dario Bond, secondo il quale “Napolitano mi delude anche perché sono certo che tenterà di mediare tra l’Alto Adige e il Governo Monti evitando che quest’ultimo applichi tagli non troppo pesanti al sistema delle Autonomie.
Sono sconcertato perché ci troviamo di fronte a una ingiustizia bella e buona. Napolitano fa da garante al Trentino Alto Adige, mentre si gira dall’altra parte quando a chiedere maggiore autonomia e maggiori risorse sono altre realtà, magari limitrofe e con le stesse caratteristiche”. Il capogruppo azzurro si riferisce alla sua provincia a quel Bellunese “attraversato da ondate referendarie periodiche segno di un malessere diffuso, ma anche al Veneto in generale, regione motore d’Italia ma costantemente bersagliata dai governi centrali”. Per Bond “qua non si tratta di individuare un nemico, ma di ribadire un principio di civiltà secondo cui non ci possono essere disparità di trattamento talmente pronunciate tra cittadini dello stesso Stato. E che a perpetrarle sia il Capo dello Stato, accolto in aeroporto dagli striscioni polemici di Eva Klotz, è francamente allucinante”, conclude il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale veneto.
Tra le forze politiche altoatesine italiane, un presidio silenzioso guidato dal consigliere regionale Alessandro Urzì, discreto ma determinato a ribadire la denuncia per “l’inaccettabile ipocrisia di fondo con la quale il grande cerimoniere della consegna delle onorificenze della provincia di Bolzano ai presidenti delle repubbliche italiana e austriaca, Luis Durnwalder, ha affrontato e condotto la festa all’Autonomia ed ai suoi valori, avendo già messo in programma per la prossima settimana, in Consiglio provinciale, il più drammatico atto di violenza subito alla nostra terra dopo il fascismo, ossia l’abolizione de facto della toponomastica italiana o di ampia parte di essa attraverso l’approvazione a colpi di maggioranza della legge presentata dalla Svp e sostenuta, contro tutti gli altri partiti”. Secondo Urzì questa “non una legge destinata a riconoscere il principio del bilinguismo, caposaldo fra i valori dell’autonomia celebrata oggi, ma quello del primato di un gruppo linguistico sugli altri. Una vergogna paritetica a quella sofferta durante il fascismo quando la toponomastica tedesca non fu accompagnata a quella italiana ma fu semplicemente soppressa. Di fronte all’ipocrisia che ha regnato nelle parole del presidente Durnwalder, non si poteva non scendere in piazza per rilevare con dignità ma anche fermezza l’ambiguità e la contraddizione dei comportamenti”.
Assieme ad Urzì c’erano i consiglieri comunali e di circoscrizione della provincia di Bolzano, da Vadena a Vipiteno, da Bressanone a Bolzano. Chissà se a Napolitano è sovvenuto qualche dubbio circa la sua effettiva rappresentanza di tutti gli abitanti della provincia di Bolzano, italiani compresi.