Conti pubblici: negli ultimi due anni il debito pubblico è cresciuto di 75 mld (+3,3%)

La voragine delle finanze statali si allarga al ritmo di oltre 3 miliardi al mese. Pucci (Unimpresa): «dato allarmante». 

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Non cessa di crescere il debito pubblico italiano che a maggio 2018 ha raggiunto la soglia mostruosa di 2.327,3 miliardi di euro, gettando seri dubbi sulla capacità del sistema Paese di invertire con decisione la tendenza, visto che la revisione della spesa pubblica rimane un miraggio, così come l’alienazione di una parte dell’imponente patrimonio pubblico, spesso male utilizzato, per abbattere una parte del debito accumulato.

Secondo Claudio Pucci, vicepresidente di Unimpresa, «il debito pubblico italiano è cresciuto di quasi 75 miliardi di euro in due anni e l’allargamento senza fine della voragine nelle finanze statali rappresenta una fonte di enorme preoccupazione e di allarme. A pesare sul nuovo debito è da una parte la spesa corrente, dall’altra quella legata alla gestione delle emissioni: dunque è la salita dello spread che ha costretto il Tesoro, nel mese di maggio, visto il quadro politico incerto, ad accrescere le cosiddette disponibilità liquide ovvero la cassa per far fronte alle tensioni sul mercato dei titoli di Stato».

Commentando i dati della Banca d’Italia relativi all’andamento del debito pubblico appena diffusi, secondo Pucci «il debito è passato da 2.252,4 miliardi di maggio 2016 a 2.327,3 miliardi di maggio 2018 con una crescita di 74,9 miliardi (+3,3%) pari a un ritmo di crescita di oltre 3 miliardi al mese negli ultime due anni».