Concessioni autostradali: Salvini in contraddizione con sé stesso

Balotta (Onlit): «il ministro leghista non fa nulla per tagliare le rendite di posizione dei gestori scaduti». Per Autobrennero meglio il passaggio diretto allo Stato. 

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concessioni autostradali A22 autobrennero

La gestione delle concessioni autostradali che, una volta scadute, invece di finire gestitedirettamente dallo Stato o da un suo braccio operativo come l’Anas come sarebbe logico e come avviene all’estero (Spagna docet), vengono continuamente rinnovate e riassegnate è finita nel mirino del ministro ai Trasporti e infrastrutture, il leghista Matteo Salvini che, in occasione della presentazione del nuovo Codice degli appalti, ha affermato che è intenzionato a non rinnovare le concessioni autostradali automaticamente, ma di procedere alle gare.

«Se finalmente si sentono parole che rompono con le vecchie logiche monopolistiche delle renditedi posizione garantite, dei pedaggi alle stelle e degli extraprofitti autostradali, queste parole sono in contrasto con le recenti promesse fatte recentemente dallo stesso ministro a Roma agli amministratori pubblici dell’Autostrada del Brennero» ha detto Dario Balotta, presidente ONLITOsservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti.

Su A22, il ministro Salvini ha assicurato tempi brevi per chiudere in fretta l’iter amministrativosulla proposta avanzata dal concessionario uscentescaduto dal 2014: otto anni fa! – di un progetto di finanza con durata di 50 anni (!!!) e far partire così i 7,2 miliardi di investimenti previstinella proposta progettuale del gestore attuale.

«L’A22 ha la concessione scaduta dal 2014 e per ben due volte è stata prorogata. I soci pubbliciche gestiscono l’A22, largamente ammortizzata, vogliono ottenere così il rinnovo della concessionee che lo Stato non si riprenda e si gestisca il suo asset come ha fatto recentemente il Governo spagnolo con 6 tratte autostradali ogni volta che queste scadevano – puntualizza Balotta -. A Salvini va ricordato che i soci pubblici continuano a trattenere 800 milioni del Fondo ferrovia accantonati (con pedaggi salatissimi) per finanziare il traforo del Brennero e che dovevano essere trasferiti allo Stato man mano che venivano raccolti. Ma così non è stato e A22 continua ad accumulare gli interessi sul “tesoretto” che qualche socio – specie quelli privati – vorrebbe ripartito tra gli azionisti».

Insomma, Salvini dovrebbe vigilare meglio e chiarirsi meglio su cosa fare per tutelare gli interessi pubblici, magari imitando la Spagna piuttosto che gli azionisti locali di Autobrennero.

La soluzione ce l’ha già in casa e gliela ha offerta già da tempo il governatore veneto Luca Zaia, che ha avanzato di utilizzare Cav, la concessionaria del Passante di Mestre, per realizzare il polo autostradale del NordEst, con dentro Anas in posizione di maggioranza assoluta. Non seguirequesto scenario solo per piccole convenienze di bottega politica territoriale significa ancora una volta non avere una visione strategica del sistema infrastrutturale e rinunciare a gestire per gli interessi pubblici i beni dello Stato.

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