Carni bovine, la Commissione Europea sceglie la strada dell’anonimato

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mara-bizzotto-ilnordestLa risposta a un’interrogazione dell’eurodeputata veneta Bizzotto. Preoccupazione delle associazioni dei produttori zootecnici italiani: secondo Fabiano Barbisan “l’Europa si è dimenticata in fretta dello scandalo della carne equina”

Continua a tenere banco in Europa la battaglia per una completa tracciabilità della carne e contro la decisione della Commissione Europea di abolire l’etichettatura facoltativa. Contro questa assurda proposta dell’Unione Europea si era da subito spesa l’europarlamentare veneta Mara Bizzotto che, unendosi all’appello lanciato dall’associazione di produttori di carne bovina del Triveneto (Unicarve), aveva ufficialmente chiesto all’esecutivo comunitario di fare marcia indietro, prima dell’avvallo definitivo del Consiglio europeo.

“Le risposte che arrivano da Bruxelles sono davvero deludenti e inconcepibili: sembra quasi che l’Europa non voglia garantire la piena tracciabilità delle carni – dichiara Bizzotto, commentando la risposta del Commissario Dacian Ciolos alla sua interrogazione – Secondo l’Europa, infatti, l’etichettatura facoltativa delle carni bovine non servirebbe a tutelare i consumatori ma, anzi, viene vista come un inutile onere amministrativo. Eliminare l’etichettatura facoltativa significa favorire l’industria dell’anonimato e della contraffazione – continua Bizzotto – In Italia una bistecca su due viene dall’estero e molto spesso non sappiamo con esattezza nemmeno da dove, come dimostrano i recenti scandali alimentari che si susseguono con cadenza pressoché quotidiana. I cittadini, quando si recano in macelleria o al supermercato, hanno il sacrosanto diritto di sapere con certezza la provenienza, la razza e l’alimentazione del bovino per sapere con esattezza cosa finisce sulle loro tavole”.

Dacian Ciolos si ostina a dire che “la soppressione degli articoli relativi all’etichettatura facoltativa delle carni bovine, non agevolerebbe la distorsione e l’inganno dei consumatori in quanto nel Regolamento UE n. 1169/11, relativo alle informazioni alimentari ai consumatori, sono state stabilite disposizioni orizzontali sull’etichettatura di tutte le carni. A norma dell’articolo 36 di quest’ultimo, le informazioni sugli alimenti fornite su base volontaria – sempre secondo Ciolos – non inducono in errore il consumatore e per garantirne il rispetto gli Stati membri effettuano controlli ufficiali conformemente al regolamento (CE) n. 882/2004”.

Fabiano-Barbisan-ilnordestDel tutto opposta l’opinione di Fabiano Barbisan, presidente del Consorzio l’Italia Zootecnica: “secondo noi, il controllo a valle dei prodotti, come previsto dal Regolamento 1169/11, non garantisce il corretto flusso (veridicità) delle informazioni dal produttore al consumatore e può indurre a valutazioni distorte circa i metodi e condizioni di allevamento, alimentazione somministrata ed origine del prodotto, dando un ‘via libera’ ad etichette, cosiddette di ‘fantasia’, che se non controllate a monte, avrebbero modo di sfuggire per lungo tempo alle maglie e verifiche degli enti ed organismi preposti. Come già succede per molti prodotti di qualità”. Non solo: “inoltre, nella risposta di Ciolos – puntualizza Barbisan – che mette sulla bilancia i risparmi di spesa (ammesso che ce ne siano), si capisce chiaramente che non ha messo in conto il costo dei controlli che, abolita l’etichettatura facoltativa, per garantire la veridicità delle informazioni, dovrebbero essere aumentati a dismisura, da parte delle autorità pubbliche, mentre ora i controlli sono esercitati dai produttori e da Organismi Terzi di Certificazione. Siamo preoccupati della risposta che ha ricevuto l’onorevole Bizzotto, che ringraziamo per l’impegno, perché sembra che il commissario Ciolos si sia dimenticato in fretta dei recentissimi casi di ‘contaminazione’ delle carni di bovino, con quelle di cavallo”.

Anche la questione dei costi paventata da Ciolos, secondo Barbisan è un falso problema: “se il commissario Ciolos avesse calcolato i costi necessari a effettuare i controlli sulla carne, scattati al momento dell’emergenza ed anche tutti i costi commerciali e di immagine che il settore bovino ha dovuto subire, il cosiddetto risparmio, con l’abrogazione dell’etichettatura facoltativa, sarebbe irrisorio e non giustificherebbe minimamente le decisioni della Commissione che, in questo caso, sacrifica ad interessi commerciali di pochi le informazioni a 500 milioni di consumatori europei”.

La battaglia non finisce qui: gli eurodeputati e le organizzazioni dei produttori scrupolose ed orgogliose della qualità dei loro prodotti non sono disposti a fare passare un provvedimento che rischia di riaprire il mercato della carne a fenomeni di pericolosa sofisticazione alimentare.