All’evento “Traiettorie. Percorsi per ripartire” organizzato da Confindustria Verona nello scenario dell’anfiteatro dell’Arena per garantire adeguato distanziamento ma poi svolto senza pubblico a seguito dell’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del governo BisConte in tema di prevenzione della diffusione del Coronavirus, è intervenuto anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha letteralmente cazziato il governo e il suo premier.
«Provo sconforto per un Paese in confusione. Noi italiani meritiamo chiarezza, abbiamo dimostrato senso civico e di sacrificio – esordisce Bonomi -. Non possiamo accettare un altro giorno dove basta una conferenza stampa su un nuovo Dpcm per lasciare un Paese senza indicazioni. Giudicando le anticipazioni, siamo ancora nella fase di emergenza, non c’è quella prospettiva di ripartenza, necessaria al rilancio strutturale del Paese che è in ritardo su Pil e produttività».
«Dopo l’approvazione della manovra, il ministro Roberto Gualtieri ha detto che si confronterà con i sindacati. Forse ha dimenticato che esistono le imprese e che forse sarebbe bene confrontarsi anche con loro per capire quali siano le vie migliori per pensare al futuro» ha detto Bonomi sperando che qualcuno pensi anche a qualcos’altro oltre il reddito di cittadinanza, la proroga ad libitum della cassa integrazione o del divieto dei licenziamenti, «un provvedimento unico in Europa».
Per Bonomi bisogna far ripartire gli investimenti, di qualsiasi genere siano. «Non ho sentito parlare di Industria 4.0 e spero di vederla inserita nella legge di bilancio in modo forte e strutturale, che non sia solo una proroga di quella precedente. Il ministro Patuanelli mi ha detto che sarebbe stata inserita e io ci credo, perché è una persona seria».
Il presidente di Confindustria ha incalzato duramente il governo Bisconte sugli interventi annunciati: i 4 miliardi per gli indennizzi ai settori della ristorazione e turismo, i 5 miliardi per la cassa integrazione, sono emergenza. «L’ennesima proroga della Cig fino a dicembre e poi? – ha detto Bonomi -. Bene i 6 miliardi per potenziare la sanità, doverosi, sperando però che abbiano un utilizzo più efficace di quelli stanziati prima, che sono stati utilizzati per due terzi».
Quanto alla scuola e i 4 miliardi stanziati, il leader di Confindustria è scettico: «a quando una riforma seria?». E poi: «ci stanno spacciando per taglio del cuneo fiscale l’aumento del bonus dei 100 euro, che era il bonus degli 80 euro di Renzi già aumentato, con la soglia portata da 20.000 a 40.000 euro». Per battere su “Quota 100” con cui «continuiamo a rubare il futuro dei giovani, si parla di quota 101, non è la strada».
Altro affondo Bonomi lo riserva al fisco e alla riforma dell’Irpef: «una riforma fiscale non si fa con i bonus a tempo, ma con una visione complessiva, partendo dal presupposto che il fisco è una leva di competitività e non uno strumento per fare solo cassa. Ci vuole tempo, un anno, bisogna confrontarsi».
Bonomi aspetta una risposta del governo BisConte alla proposta di riforma degli ammortizzatori sociali di Confindustria: «si continua a seguire la strada del reddito di cittadinanza, per un’idea di bandiera politica», ma è «una strategia sbagliata» anche quella relativa «alla decontribuzione Sud: bisogna attrarre investimenti, con le infrastrutture e la legalità».
Senza riforme l’Italia è destinata ad un triste futuro: «se le regole non funzionano, cambiamole – ha tuonato Bonomi -. Serve sedersi al tavolo, lavorare insieme. Il Paese sta perdendo quest’anno 10 punti di Pil, con una perdita storica di 180 miliardi. Non è con i sussidi a pioggia che si fa la crescita. Occorrono le riforme, una visione di Paese e leader che si assumano questo compito».
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