Le Acli trentine impegnate in prima fila per la discussione sul terzo Statuto di autonomia
La riforma dello Statuto di autonomia, per la quale è stata istituita la Consulta, rappresenta un’occasione irripetibile per rilanciare la capacità di autogoverno delle istituzioni e della stessa comunità trentina.
Le Acli, tramite Fabio Pizzi, si sono messe a disposizione e sono state scelte per partecipare ai lavori della Consulta in rappresentanza delle organizzazioni del sociale al fine di fornire un contributo attivo da parte del terzo settore e dell’associazionismo.
Siamo convinti che il tema dell’autonomia non possa ridursi ad una mera questione istituzionale o di bilancio, così come siamo convinti che la battaglia per la salvaguardia di questo istituto passi, prima di tutto, attraverso la piena condivisione, partecipazione e responsabilità da parte del cittadino.
Al di là della vulgata esterna, che vede la quasi totalità della classe politica nazionale, degli organi di comunicazione e dell’opinione pubblica di fuori regione contrari alle autonomie speciali intese come un coacervo indistinto di privilegi, è doveroso richiamare l’attenzione dei nostri cittadini e delle nostre cittadine sull’urgenza di una profonda “riforma morale” che ci veda partecipi di un percorso di rinascita della cultura autonomistica. Un rilancio dal basso per avviare un progetto di autogoverno ancorato ai valori della montagna e della solidarietà, così come dell’etica e della laboriosità come ci hanno insegnato i padri nobili della cooperazione e del mutualismo, del regionalismo e dell’europeismo ad iniziare da Lorenzo Guetti e Alcide De Gasperi.
Per questo riteniamo prioritario ribadire, anche dal punto di vista del metodo di lavoro, la necessità che le organizzazioni del sociale assumano una visione d’insieme rispetto al futuro dell’autonomia trentina in un quadro di relazioni europee e mediterranee a prescindere da visioni particolari e/o corporative o di settore. Una “visione lunga”, estesa, che approdi alla Politica con la P maiuscola, come sottolineava Bruno Kessler, e che veda il Trentino partecipe di un progetto euroregionale in grado di dialogare, sulla base di robuste alleanze con Bolzano, Innsbruck e l’intero arco alpino, sia con Bruxelles che con Roma da “pari a pari”.
Le Acli intendono pertanto, assieme alle associazioni del Terzo Settore trentino e a tutte le cittadine e cittadini interessati (ovviamente a stretto contatto e trovando sinergie con le associazioni degli altri settori appartenenti alla Consulta per quanto riguarda le parti accumunabili di tutto il contesto associativo trentino) caratterizzare la loro proposta e la loro azione all’interno delle istituzioni e della Consulta al fine di rafforzare il ruolo della società civile nei confronti dell’autonomia partendo dal riconoscimento del valore della democrazia partecipativa e deliberativa. Questi istituti devono, a nostro avviso, caratterizzare e sostanziare il nuovo Statuto al fine di consentire l’accesso della cittadinanza a particolari livelli di decisione, di rispetto e tutela dei beni comuni e dei beni collettivi nonché garantire la partecipazione dal basso per quanto riguarda forme sussidiarie di gestione e manutenzione della cosa pubblica, le politiche sociali e il welfare di comunità.
Per questo riteniamo importante proporre una sorta di assemblea permanente: una Proconsulta – che lavori per valorizzare e rendere più partecipato possibile il percorso, consentendo alle stesse associazioni del sociale e le altre realtà del terzo settore che intendano parteciparvi possibilità di ascolto e confronto al fine di elaborare forme avanzate di progettualità sociale da proporre alla politica e alle istituzioni. Un luogo aperto e plurale per non disperdere il patrimonio di partecipazione che si è realizzato in occasione della formazione della Consulta e per rafforzare il ruolo e il senso di responsabilità della società civile.
Il percorso di approntamento del Terzo statuto dovrebbe inoltre coincidere con una sorta di “marcia di avvicinamento” fra società e politica, fra governati e governanti, al fine di costituire una comunità autonoma effettivamente coesa e responsabile.
Per questi motivi riteniamo fondamentale e strategico avviare da subito una campagna straordinaria di formazione e sensibilizzazione sui temi dell’autogoverno rivolta a tutta la cittadinanza e a tutte le generazioni. Le Acli, attraverso la Scuola di comunità, promuoveranno dal prossimo anno diversi moduli formativi relativi alla storia sociale e politica dell’autonomia trentina che si realizzeranno in tutte le nostre comunità territoriali.
Ogni fase storica genera le sue possibilità e le sue necessità. Alla nostra generazione spetta il compito di elaborare una visione del Trentino per i prossimi decenni e la revisione dello Statuto è l’occasione per aprire una fase nuova per la nostra terra e la nostra comunità all’insegna della responsabilità, della generosità e della partecipazione anche nei confronti del modello di sviluppo e dei diritti delle future generazioni.
Le Acli, da questo punto di vista, non mancheranno di dare il loro contributo progettuale ed operativo.
Luca Oliver, presidente Acli trentine
Walter Nicoletti, vicepresidente Acli trentine
Fabio Pizzi, rappresentante delle associazioni del sociale all’interno della Consulta provinciale per la riforma dello Statuto di autonomia