Sartori: «serve completare al più presto i 99 km di arteria indispensabili all’economia del territorio»
di Renzo Sartori, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana
Chiudere al più presto l’emissione dei bond per il completamento dei 99 chilometri della superstrada che va da Montecchio Maggiore a Spresiano è quanto chiede Renzo Sartori, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.
Ci sono due fondamentali motivi per accelerare i tempi. Il primo è che la Pedemontana veneta serve all’economia regionale e trevigiana in particolare, il secondo è che le imprese artigiane possono trovare una boccata d’ossigeno dai cantieri aperti in un momento in cui la crisi è tutt’altro che superata.
In particolare Confartigianato Imprese Marca Trevigiana auspica la conclusione dell’accordo per il finanziamento privato, ovvero la garanzia di 1.6 miliardi di bond per il complemento dell’arteria e valuta positivamente l’accordo raggiunto per il saldo degli espropri.
La Pedemontana per noi è sempre stata una delle necessità primarie per l’equilibrato sviluppo economico del nostro territorio. Non la consideriamo un’opera inutile o sproporzionata ai bisogni che abbiamo. La nostra Associazione è interessata alla sua conclusione nei tempi previsti. Non è possibile immaginare di trovarci con un cantiere aperto per pochi chilometri e contenziosi che allontanerebbero il raggiungimento della meta. Le nostre imprese ci chiedono di seguire con attenzione la materia. I nostri autotrasportatori quotidianamente devono fare i conti con i problemi di congestione del traffico in una zona tra le più produttive del Paese.
In sintesi, le ragioni a supporto dell’urgenza della risoluzione delle criticità correlate al completamento dell’arteria:
1) La Superstrada Pedemontana Veneta si inserisce all’interno della rete infrastrutturale esistente in un’ottica di stretta integrazione tra reti lunghe. La nuova arteria assume inoltre un ruolo di primo piano con la revisione del sistema infrastrutturale di livello europeo e, in ragione anche quest’ultima, pone i presupposti per una articolazione alta del Corridoio V in diretta continuità con la Pedemontana friulana.
2) La Pedemontana genera un corridoio ad alta accessibilità: la programmazione delle aree di addensamento va fatta tenendo conto di una logica di corridoio e non di singoli punti, governando dunque il corridoio e non esclusivamente i nodi locali individuati nei caselli. La portata degli effetti connessi alla realizzazione della Pedemontana richiede pertanto non solo un loro governo ma anche che tale azione sia condotta a livello di area vasta.
3) Gli effetti sull’accessibilità interna all’area pedemontana e tra questa e il territorio circostante, generando riduzioni dei tempi di percorrenza che potranno arrivare fino al dimezzamento, determineranno nuove diverse motivazioni nelle abitudini di mobilità e nelle scelte localizzative delle persone e delle imprese, con necessità di governare la (re)distribuzione territoriale delle aree industriali, commerciali e direzionali.
Gli effetti di ridefinizione degli insediamenti e delle abitudini di trasporto avranno ripercussioni, potenzialmente molto importanti, anche sul trasporto ferroviario. All’interno dell’area pedemontana si incrociano infatti alcuni direttrici ferroviarie (Venezia – Castelfranco – Trento, Vicenza – Castelfranco – Treviso, Padova – Castelfranco – Montebelluna – Feltre, ad esempio) in relazione alle quali non si può escludere, in futuro, un potenziamento o una riduzione dei carichi e una ridefinizione delle direttrici stesse.