Immobilismo, ecco cosa ha prodotto la politica roveretana da 20 anni a questa parte.
Per fortuna, inizia un nuovo decennio che deve portare la città ad essere nuovamente protagonista degli scambi commerciali e della produzione industriale. Senza economia attiva e prospera, infatti, non c’è futuro per i nostri figli e non c’è possibilità di difendere il nostro fragile e prezioso territorio.
Come due secoli fa, Rovereto ha la possibilità di ritornare centro delle vie di comunicazione delle merci che dalla Pianura Padana corrono verso il Nord Europa e intercettare quelle che arrivano da Est per diventare un hub di interscambio gomma/ferro, per aiutare l’economia nazionale a esportare le proprie merci e salvaguardare il territorio spostandole sulla ferrovia.
Occorre inoltre sfruttare i finanziamenti che arriveranno dalla TAV e studiare un percorso ferroviario che salvi il nostro acquedotto e che riunisca la città. L’interramento della ferrovia e della variante ex SS12, altrimenti detta “passante interrata”, potrebbe creare uno spazio vitale di congiunzione tra il centro di Rovereto e San Giorgio. Niente più sottopassi pedonali, pericolosi e mal digeriti dalla popolazione, né sovrappassi fantasiosi che rischiano solo di rompere le gambe di anziani e ragazzi se piove o nevica. Ma un enorme spazio libero in cui spostare servizi e aree verdi.
La città, a causa di scelte incomprensibili delle passate amministrazioni, Valduga senior e junior ma anche del centrosinistra, ha perso 20 anni in diatribe tutte politiche.
Da ieri, inoltre, le città hanno un’arma in più per far muovere i cittadini. I monopattini sono stati equiparati alle bici elettriche. Occorre però creare una mobilità della città sempre più integrata. Nessun mezzo potrà sostituirne un altro, ma essere complementare al raggiungimento di una viabilità più scorrevole e sicura.
Analisi di esperti trasportisti internazionali, cito il prof Giuricin dell’Istituto Bruno Leoni tra i tanti, ci stanno offendo scenari che dovranno essere cuciti in modo specifico su ogni città, come farebbe un sarto. Rovereto, anche in questo caso per colpa di amministrazioni condotte da chi guardava i propri piedi e non il futuro, non è stata attrezzata per sviluppare questo enorme mercato di mobilità privata. La pedalata assistita, così come il monopattino, può essere un valore aggiunto o una colossale problematica, col rischio di una rivolta da parte dei cittadini.
Occorre strutturare le nostre strade con una viabilità sicura e fluida, che permetta agli automobilisti uno scorrimento adeguato e ai ciclisti e agli utenti dei monopattini la fruizione in sicurezza della città, preservando l’incolumità e la tranquillità dei pedoni.
Altrimenti rischieremo di perdere un’occasione unica per sviluppare un mercato in espansione mondiale e che potrebbe creare posti di lavoro locali non solo nel commercio ma anche nella produzione.
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