L’inefficienza dell’azione amministrativa dell’Autonomia speciale trentina, stante il leghistaMaurizio Fugatti al timone, sta portando un colossale smacco d’immagine, sportivo e politico al Trentino, con il rischio sempre più probabile che l’Ice Rink di Miola di Piné, Centro federale di pattinaggio su ghiaccio velocità, debba cedere il passo dell’appuntamento delle Olimpiadi invernali 2026 all’impianto olimpico di Torino, complice l’esplosione dei costi preventivati per l’adeguamento dell’impianto trentino agli standard olimpici.
Di fatto, secondo il ministro alle Infrastrutture, il leghista Matteo Salvini, «i maggiori costi di adeguamento dell’impianto trentino costringono a cercare un “piano B” che consiste nello spostare le gare dal Trentino a Torino nelle strutture realizzate per le Olimpiadi invernali del 2006». Unoscenario che dovrebbe essere definito venerdì 20 gennaio alla presenza del presidente del ConiGiovanni Malagò, e dei vertici delle federazioni sportive invernali in una riunione a Trento, cosa che metterebbe la parola fine sulle ambizioni olimpiche del Trentino. Oltre a costituire l’ennesimo smacco all’azione del governo leghista trentino, per di più proprio nell’anno in cui si va a rinnovarei vertici dell’Autonomia.
A pesare sulla decisione, oltre ai ritardi nel passare dalle parole ai cantieri tipici di questa legislatura, c’è l’esplosione dei costi, passati dai preventivati 30 a 60 milioni di euro, mentre l’adeguamento della struttura olimpica di Torino comporterebbe solo una decina di milioni di spesa.
Sull’altopiano di Pinè la delusione è forte, tanto più che proprio Fugatti e il suo assessore al turismo Roberto Failoni avevano promesso al territorio il nuovo impianto, con notevole battage di strette di mano e di contabilizzazione di consenso, quel consenso che sta scemando sempre di più.
Ma al centro dell’attenzione costi non c’è solo l’impianto di Piné, ma anche quelli di Bob di Cortinae di salto di Predazzo, dove i costi di riqualificazione delle infrastrutture esistenti potrebberospingere a spostare anche queste due gare a Torino. Proprio in questa direzione spinge il consigliere provinciale di Team K, Alex Ploner, «sia per risparmiare denaro che, soprattutto, l’ambiente, magari coinvolgendo anche Innsbruck per fare delle Olimpiadi invernali 2026 delle vere Olimpiadi dell’Arco Alpino».
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