Il Trentino di Fugatti ammaina il sogno delle Olimpiadi invernali 2026

Baselga di Pinè non ospiterà le gare di pattinaggio. Malagò: «candideremo Trento e Milano a olimpiadi giovanili 2028».

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olimpiadi invernali 2026
Da sx il sindaco di Pinè, Alessandro Santuari, Maurizio Fugatti, Giovanni Malago e Roberto Failoni.

Tramonta definitivamente il sogno di essere protagonisti delle Olimpiadi invernali 2026 per Baselga di Pinè, solo tre anni fa salutato festosamente dal presidente leghista del Trentino, Maurizio Fugatti, che così inanella l’ennesimo flop del suo governo dell’Autonomia speciale, che si avvia al tramonto delle elezioni del prossimo ottobre con un invidiabile collezione di fallimenti, uno più grande dell’altro.

La conferma, dopo alcuni giorni di indiscrezioni, è arrivata dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, e dallo stesso Fugatti intervenuti in conferenza stampa a Baselga di Pinè assieme al sindaco locale,Alessandro Santuari che in cambio della clamorosa rinuncia vedrà la comunità di Baselga di Pinè contare sulla conferma dello stanziamento della Provincia di Trento per la riqualificazione dello stadio del ghiaccio già previsto per le Olimpiadi invernali 2026, pari a 50,5 milioni di euro, che verrà impiegato per il ripristino delle strutture per le discipline sportive invernali e per il rilancio turisticoed economico del territorio.

«Il Comitato olimpico internazionale (Cio) si riserva di indicare la strada maestra di esecuzione dei giochi. Io ho difeso il masterplan originario, ma arriva un momento in cui non si può difendere l’indifendibile: tutto ciò che ed successo nel frattempo, dal Covid alla guerra, è andato contro di noi. Baselga non è una vittima, ma uno dei casi che avvengono sistematicamente nell’organizzazione di un evento internazionale come le olimpiadi» ha spiegato Malagò.

«Nella sua relazione, il Cio ha parlato di un investimento sottostimato e non sostenibile per il territorio – prosegue Malagò -. Quello che si farà ora con lo stadio del ghiaccio sarà un’opera che non sarà una scatola chiusa, e c’è l’impegno a portare competizioni di alto livello. Ho chiesto che Baselga di Pinè possa essere considerato un luogo olimpico, qui verranno le squadre ad allenarsi. Ed ho pensato di candidare il Trentino assieme alla Lombardia a ospitare le Olimpiadi invernali giovanili2028».

Se il Trentino piange per la perdita di un evento sportivo olimpico che avrebbe portato unnotevolissimo ritorno mediatico mondiale, non è detto che le gare di pattinaggio venganoassegnate a Torino che da settimane preme per ritornare al centro del business olimpico dopo lo sdegnoso rifiuto del governo grillino torinese. «Non c’è nessun automatismo che, dopo il venir meno dell’impianto di Baselga di Pinè, porti il pattinaggio su pista lunga a Torino – sottolinea Malagò -. La possibilità c’è, ma la certezza assolutamente no. Si stanno valutando le alternative e si faranno le valutazioni possibili».

Intanto, Fugatti cerca di indorare l’ennesima amara pillola della sua gestione dell’evento olimpico che rischia di costargli salato in termini di consenso politico con le elezioni che si avvicinano: «noi abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare per permettere la realizzazione dello stadio del ghiaccio a Baselga di Pinè, così come voluto dalle federazioni internazionali delle discipline del ghiaccio, mettendo a bilancio 50,5 milioni di euro. Il tempo tecnicamente c’è ancora, ma a fronte di costistimati tra i 70 e i 75 milioni di euro. Con i costi aumentati, ci si pone una questione di responsabilità e serietà. Il nostro impegno è di mettere a disposizione quei 50,5 milioni di euro previsti per lo stadio allo scopo di sistemare le strutture delle discipline su ghiaccio, per 29 milioni di euro, mentre i restanti 21,5 milioni verrano utilizzati per interventi sull’altopiano e sui territori limitrofi per lo sviluppo turistico, commerciale, economico e ambientale, tra cui un collegamento ciclabile verso la Valsugana e la valle di Fiemme».

Il clamoroso fallimento della giunta leghista è stato duramente stigmatizzato dalle minoranzeconsiliari, che rinfacciano a Fugatti e all’assessore al turismo, Roberto Failoni, di avere tardato troppo nell’attivare i lavori di ammodernamento dell’Ice Rink di Baselga, incappando in eventi non preventivabili come la pandemia e gli effetti della guerra. Ma se si fosse agito con maggiore tempestività, probabilmente oggi i risultati sarebbero diversi e non si sarebbe gettata al vento un’occasione formidabile come le Olimpiadi invernali 2026.

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