Il titolo giù del 6%: le sanzioni chieste dal governo americano potrebbero arrivare a 80 miliardi di dollari, ben oltre i 6,7 miliardi di euro finora accantonati dal gruppo di Wolfsburg
Nuova, pesante tegola sulla testa del gruppo Volkswagen a seguito della decisione del governo americano di denunciare la casa tedesca su ben quattro violazioni. Il Dipartimento della Giustizia, a nome della Environmental Protection Agency (Epa), ha accusato Volkswagen di quattro diverse irregolarità, ciascuna delle quali, se perseguita, è punibile tra un massimo di 37.000 e un minimo di 2.750 dollari per vettura non conforme alle norme.
Secondo alcuni analisti, è probabile che la richiesta possa attestarsi ad una cifra monstre di 45 miliardi di dollari, decisamente più alta di quanto finora accantonato dal gruppo tedesco (6,7 miliardi di euro).
Comunque, non è detto che si arrivi ad un vero e proprio processo giudiziario, visto che già altre volte il Dipartimento della Giustizia americano ha fatto ricorso alle minacce per raggiungere rapidamente un accordo con gli accusati, risparmiando tempo e portando a casa multe considerevoli.
Questo scenario ha avuto pesanti ripercussioni sulla quotazione in Borsa dove il titolo Volkswagen ha perso il 6%, anche sul risultato deludente delle vendite sul mercato americano in decisa flessione sia per le ripercussioni dello scandalo che per l’impossibilità di vendere i modelli diesel nelle concessionarie americane. Ulteriori ripercussioni potrebbero giungere dalle oltre 500 denunce individuali già depositate da proprietari di veicoli e concessionari e riunite in azioni legale collettive.
Se le autorità europee si sono dimostrate soddisfatte delle soluzioni offerte da Volkswagen per regolarizzare le vetture irregolari, viceversa l’Epa non ha fatto mistero di essere insoddisfatta dell’atteggiamento tenuto da Volkswagen sul ritiro, riparazione e risarcimento dei danni dei veicoli inquinanti.
