Rc auto: un incidente causa l’aumento del 27% del premio

La maggioranza degli assicurati nella migliore classe di merito. Signorini (Ivass): «cambiare sistemi di calcolo del premio». Assoutenti: «Ivass sconcerta i consumatori». 

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Tariffa unica Rc Auto

Un incidente stradale con colpa – basta anche un banale tamponamentofa aumentare il premiodell’Rc auto del 27%: lo afferma il presidente Ivass, Luigi Federico Signorini, secondo cui «l’attestato di rischio specifica una classe di rischio, basata sull’esperienza di guida, e il numero di sinistri con colpa nei cinque anni precedenti, ma poiché gli incidenti sono rari, l’attuale sistema di valutazione dell’esperienza non è sufficientemente preciso, in quanto la maggior parte delle persone si concentra in un’unica classe di rischio».

Per Signorini «nel secondo trimestre del 2022, l’87% degli assicurati apparteneva alla classe migliore e l’89% non aveva registrato sinistri negli ultimi cinque anni. Ciò comporta un’eccessiva eterogeneità all’interno della classe di merito superiore; i premi basati sulla classe, in altre parole, non riescono ad approssimare i “veri” sinistri attesi individuali. Sarebbero sicuramente auspicabili migliori strumenti di determinazione dei prezzi e di incentivazione».

Non solo: «sebbene sia difficile ottenere statistiche affidabili e precise sul tasso di violazione si stimache circa il 6% dei conducenti non sia effettivamente protetto dall’assicurazione obbligatoria – continua Signorini -. Poiché i danni causati dai conducenti non assicurati e insolventi possono essere coperti da un fondo di solidarietà pagato dagli assicuratori, il costo intrinseco si riflette in ultima analisi nei premi e quindi grava sui conducenti rispettosi della legge».

Signorini avanza anche alcune possibili migliorie al sistema di calcolo delle tariffe assicurative: «le informazioni aggiuntive per migliorare l’equità dei premi Rc Auto potrebbero includere altri dati, come il numero di infrazioni al Codice della strada, la gravità dei sinistri con colpa, il tempo di permanenza in una classe di merito. Altri potenziali strumenti di condivisione/mitigazione del rischio sono le franchigie, le tariffe basate sul chilometraggio, l’obbligo di un sistema che blocchi l’accensione in caso di consumo di alcol (l’alcohol lock) e molto altro. Tuttavia, molti di noi ritengono che i dati sulla sinistrosità potrebbero essere sfruttati in modo più efficiente».

La proposta del presidente dell’Ivass è bollata come «sconcertante» dal presidente di Assoutenti,Fulvio Truzzi. «Che I’Ivass sia “l’anatra zoppa” delle autorità di controllo e di vigilanza è fatto notoe nuovamente confermato dalle dichiarazioni pro-assicurazioni rilasciate dal presidente (e direttore generale della Banca d’Italia), Federico Signorini – attacca Truzzi -. Il fatto che aumentinole polizze anche del 27% per chi causa un incidente è normale, perché esiste ancora il meccanismo del bonus-malus, mentre il fatto che le polizze non si riducano in misura coerentecon la riduzione della sinistrosità non lo è altrettanto. Se è vero che ormai oltre 9 italiani su 10 sono in prima classe assicurativa, è altrettanto vero che i profitti della Rc auto esplodono di utili(oltre 12 miliardi di euro solo negli ultimi dieci anni), e la colpa di questa assurdità è del famigerato sistema dell’indennizzo diretto».

«Non si lamenti il presidente dell’Ivass se ci sono problemi con le basi statistiche per stabilire i prezzi delle polizze auto, perché tale procedura serve solo per rimescolare le carte, tarando il rischioe la base delle tariffe non su chi causa un incidente, ma su chi lo subisce – aggiunge Assoutenti -. E’ ora di demolire tale procedura, evitando le conseguenze di contratti pieni di clausole vessatorieper i consumatori. Si vari subito la portabilità del certificato assicurativo e in questa legislatura si metta mano al sistema del controllo e della vigilanza nel settore assicurativo – dice Truzzi -. Riteniamo che l’esperienza dell’Ivass in Banca d’Italia sia fallimentare e per questo chiediamo di abolire tale autorità, trasferendo le competenze concorrenziali, peraltro sovrapponibili all’Antitrust, e quelle di vigilanza e controllo al MIMIT».

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