Fare la patente per la prima volta o rifarla per la perdita totale dei punti costerà decisamente di più per via della cessazione del regime fiscale agevolato a favore delle scuole guida per cui le lezioni di guida erano esenti dal regime Iva. La sentenza della Corte di giustizia Ue ha cassato il legame, finora ritenuto valido, con le attività didattiche di scuole e università, in quanto quello delle scuola guida insegnamento avente caratteristiche specialistico.
Di fatto, già a partire dallo scorso 3 settembre data di emissione del parere dell’Agenzia delle entrate, conseguire la patente costerà in media dai 150 ai 200 euro in più grazie all’applicazione al costo della scuola guida dell’Iva al 22%. Rimangono invariati, bontà loro, i costi amministrativi e burocratici, certificati medici e oneri della Motorizzazione civile.
Per la serie che al peggio non c’è mai fine soprattutto in tema fiscale, pare che sull’aumento possa scattare pure la retroattività per tutti gli anni legalmente accertabili, ovvero gli ultimi cinque.
Rimane da capire come dovranno comportarsi le varie autoscuole, visto che l’applicazione della retroattività comporta la regolarizzare tutte le operazioni indebitamente fatturate in esenzione, emettendo note di variazione, oltre a presentare le dichiarazioni integrative, con i maggiori costi di contabilità e di commercialisti.
Soprattutto, bisogna capire chi dovrà pagare il costo dell’Iva non riscosso da parte delle scuole guida nel corso degli ultimi cinque anni: nulla è dato sapere al momento se le scuole guida potranno rivalersi sui loro ex alunni – ammesso che riescano a rintracciarli – o se dovranno rimetterceli di tasca propria. E in quest’ultimo caso sarebbero problemi per molte realtà, già in difficile equilibrio economico con la minore propensione soprattutto da parte dei giovani a conseguire la patente allo scoccare dei fatidici 18 anni.
L’Unasca (l’associazione di categoria delle scuola guida) è in allarme, visto che ogni anno sono circa 800.000 le patenti che vengono rilasciate e l’impatto del provvedimento dell’Agenzia delle entrate sui 4 milioni circa di permessi di guida rilasciati nell’ultimo quinquennio potrebbe aggirarsi in circa 800 milioni di euro. Una cifra monstre per il settore, una boccata d’ossigeno per le asfittiche casse dello Stato che rischia di tramutarsi in consistenti rincari per tutti gli aspirantipatentati, visto che tutto quello che non potrà essere recuperato dai già patentati, finirà inevitabilmente per scaricarsi sui nuovi guidatori.
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