Mercato dell’auto, rimbalzo a febbraio. Ma la crescita è ancora lungi dal venire

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peugeot-308-auto-dellanno-2014-ilnordestPeugeot 308 è “Auto dell’anno” 2014. Fiat 500 esce male dai test di sicurezza disassati dell’americana Iihs

Alla vigilia dell’apertura del salone dell’auto di Ginevra, Peugeot festeggia l’assegnazione alla nuova 308 del premio “Car of the Year”, assegnato da 58 giornalisti di 22 paesi europei.

Con 307 punti la nuova media del gruppo Psa ha preceduto due vetture elettriche, la Bmw i3 e la Tesla. Se Peugeot festeggia, viceversa dai nuovi test di sicurezza condotta dall’americana Insurance Institue for highway safety (Iihs) escono male alcuni modelli di auto di grande successo. L’istituto americano ha condotto nuovi test di sicurezza (ancora non adottati nello standard Euro NCAP) che prevedono l’impatto contro una barriera indeformabile d’acciaio a 64 km/h con solo il 25% della superficie frontale: da questo test escono malissimo la Fiat 500 e la Honda Jazz, modelli originariamente non progettati per superare questo test, mentre escono con la sufficienza modelli coreani come la Kia Rio e la Chevrolet Spark la cui progettazione ha tenuto conto delle esigenze tecniche di questo test. A testimonianza che la sicurezza la si costruisce fin dall’origine della progettazione di un veicolo.

Fiat-500-Fails-IIHS-Crash-Test 1Quanto al mercato dell’auto, a febbraio la Motorizzazione ha immatricolato 118.328 autovetture, con una variazione di +8,59% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 108.963. Nello stesso periodo sono stati registrati 353.242 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione pari a +2,87% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono registrati 343.403. Il volume globale delle vendite (471.570 autovetture) ha dunque interessato per il 25,09% auto nuove e per il 74,91% auto usate lo scorso mese. Nel complesso, nel periodo gennaio-febbraio 2014 la Motorizzazione ha immatricolato 236.500 autovetture, con una variazione del +6,02% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 223.067.

Positivo lo scenario per Fiat che ha incrementato i volumi di vendita del 9,8%. Nel complesso Fiat Chrysler Automobiles, con oltre 33.000 immatricolazioni, è cresciuta del 7,3%, mentre l quota di mercato è stata del 28,1%, in calo di 0,3 punti percentuali in meno rispetto a un anno fa.

«Dallo scorso dicembre eravamo in attesa del consolidamento di un’inversione di tendenza del mercato – ha commentato Massimo Nordio, presidente dell’Unrae, l’Associazione dei costruttori esteri in Italia -. Ce lo aspettavamo, come conseguenza del risultato disastroso dei primi due mesi dello scorso anno (-17%), caratterizzati dallo stallo dei consumi in attesa delle elezioni politiche di fine febbraio. Inoltre, un ruolo importante sui risultati di questo mese ha giocato l’effetto combinato del rinvio di alcune migliaia di consegne nel canale noleggio breve termine da gennaio su febbraio e dell’anticipo di alcune forniture del lungo termine. Tuttavia, la propensione spontanea agli acquisti da parte dei privati, resta molto bassa, ancora influenzata dal carico fiscale. Il mondo dell’auto – continua Nordio – guarda con speranza all’attività del nuovo Governo ed auspica che sia in grado di rilanciare il lavoro della Consulta Automotive e potenziare il dialogo con le associazioni, per individuare le azioni più efficaci in modo che il nostro settore possa trovare una ripresa sulla base di quanto annunciato a sostegno dell’economia, dell’occupazione e soprattutto di revisione del peso fiscale sui cittadini e le imprese».

«La sequenza dei tre incrementi a cavallo tra 2013 e 2014 indica che il recupero si sta rafforzando» commenta il Centro Studi Promotor i dati delle immatricolazioni di auto a febbraio. «Sul mercato dell’auto, sceso nel 2013 a livelli del 47,7% inferiori a quelli ante-crisi (2007), si è indubbiamente prodotta una nuova situazione – continua il Csp -. E’ difficile tuttavia dire se ci troviamo di fronte a un rimbalzo tecnico o se sia iniziata una vera e propria ripresa destinata a prendere corpo nel prossimo futuro. E’ evidente che sulla positiva evoluzione degli ultimi tre mesi ha influito in maniera determinante il fatto che la domanda aveva ormai raggiunto livelli non più comprimibili. Il recupero non può essere attribuibile né all’azione del Governo, che nulla ha fatto per sostenere l’auto (anzi!), né alla ripresa dell’economia, che sembrava delinearsi all’inizio dell’autunno, ma che si è probabilmente arrestata con il nuovo calo della produzione industriale di dicembre e con una lunga serie di dati sull’economia tutti in negativo tranne il clima di fiducia degli operatori economici che miracolosamente cresce».

Fiat-500-Fails-IIHS-Crash-Test 2 1Anche la fiducia degli operatori del settore auto (monitorata dal Centro Studi Promotor) nella seconda metà del 2013 era in crescita ed ancora lo era nel gennaio scorso, ma in febbraio accusa una significativa battuta d’arresto. «Vi è quindi la possibilità che i segnali positivi degli ultimi tre mesi vengano spazzati via dal mancato decollo della ripresa dell’economia e gli operatori del settore auto cominciano ad avvertire questo pericolo – sottolinea il CSP – né va dimenticato che, secondo i concessionari auto interpellati a fine febbraio dal Centro Studi Promotor, il principale fattore di freno della domanda di autovetture è costituito dalla situazione economica, seguita dalla politica governativa chiaramente discriminatoria nei confronti dell’automobile e dall’elevatezza dei costi di esercizio (carburanti e assicurazioni soprattutto)». Di qui l’esigenza di provvediment concreti a favore del settore da parte del Governo, che secondo il CSP, devono vertere sulla «rimozione delle troppe penalizzazioni alla domanda di auto che sono introdotte negli ultimi anni e che hanno portato il livello di tassazione sull’automobile ben al di là del sopportabile e delle peggiori tra le situazioni dei nostri partners europei».

Scettico sull’effettivo arrivo della ripresa del mercato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto (l’associazione dei concessionari italiani): «non chiamatela ripresa. Sarebbe quanto mai inopportuno. Il dato di febbraio è influenzato dal confronto con il pessimo risultato dello scorso anno che, lo voglio ricordare, con 108.963 pezzi aveva fatto segnare un -17% rispetto al febbraio 2012». «Ammesso e non concesso che il 2014 possa esprimere un incremento annuo attorno all’8%, chiuderemmo con 1.400.000 immatricolazioni – continua Pavan Bernacchi -. E dalle 1.300.000 immatricolazioni del 2013, al 1.400.000 ipotizzabili per il 2014 – tra l’altro risultato già conseguito nel 2012 – non cambierebbe nulla. Sono numeri di totale depressione, asfittici, che ci relegano ad una posizione che non ci appartiene .L’Italia, se mutassero le condizioni, potrebbe tornare a 2.000.000 di pezzi. Su questi livelli, lo Stato introiterebbe oltre 3 miliardi di euro aggiuntivi tra Iva e tasse varie, sostenendo nel contempo le aziende che operano nella filiera, senza delocalizzare, e le centinaia di migliaia di lavoratori, di cui una buona parte interessati dagli ammortizzatori sociali, che rappresentano sempre più spesso l’anticamera della disoccupazione – continua Pavan Bernacchi -. Ci vuole un forte segnale di discontinuità rispetto agli ultimi tre governi caratterizzati dall’emanazione di tasse, tasse e ancora tasse, soprattutto su tutto quello che ruota attorno agli immobili e agli autoveicoli».