Pavan Bernacchi: “Luglio conferma il trend in atto che proietta il mercato annuo a circa 1.500.000 pezzi. Ossia il mercato del 1980. Ma 35 anni fa il mondo, anche quello dell’automotive, era completamente diverso da quello attuale» Unrae e Anfia chiedono l’intervento del Governo
Secondo i dati appena diffusi dal Ministero dei Trasporti, il mese di luglio si è chiuso con 131.489 immatricolazioni di auto nuove, segnando un +14,5% rispetto allo stesso mese del 2014.
Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: «l’apertura del secondo semestre dell’anno con una crescita a doppia cifra conferma il trend in atto. L’anno in corso potrebbe chiudersi a 1.500.000 pezzi. Lo stesso volume consuntivato nel 1980. Si può gioire del fatto che siamo tornati indietro di 35 anni? A nostro avviso no. Tra l’altro facciamo presente che il mondo nel 1980 era completamente diverso. Era in atto la Guerra Fredda e il Muro di Berlino divideva metaforicamente l’Unione Sovietica dagli Stati Uniti. Bill Gates con il sistema operativo DOS poneva le basi per la diffusione dei Personal Computer, la Fiat presentava la Panda, Canale 5 iniziava le trasmissioni, John Lennon veniva ucciso da un pazzo; ma è anche l’anno della tragedia di Ustica, della strage di Bologna, del terremoto dell’Irpinia… Io ero ragazzo e ricordo che giocavo con Pac-Man mentre i concessionari d’auto chiudevano bilanci degni di questo nome. In altre parole tra il 2015 e il 1980 c’è una distanza siderale».
Federauto ad ogni modo ritiene positiva la conferma della crescita a doppia cifra anche per il primo mese del II semestre. Segno che probabilmente i volumi del 2014 erano, nonostante la crisi feroce, “incomprimibili”.
Secodo Pavan Bernacchi «dopo un trend negativo di diversi anni, è legittimo porsi delle domande su quelli che potranno essere gli sviluppi. La nostra opinione è che un paio di anni fa abbiamo toccato il fondo del barile e che assisteremo a dei numeri in aumento. E auspichiamo che la crescita, anche se lenta, sarà costante. Per continuare su questa strada timidamente positiva occorre che per l’economia italiana si apra a una fase di vera ripresa che spinga i consumi interni. E che il grande assente, ossia il Governo, a cui non finiremo di rimproverare la latitanza nei confronti del nostro settore, si decida a mettere mano alla fiscalità sull’auto riservandole uno spazio negli annunciati propositi di riforma del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per i fatturati che esprimiamo, per le tasse che paghiamo e per gli occupati della filiera, l’automotive se lo merita».
Per Massimo Nordio, presidente di Unrae, l’associazione degli importatori esteri in Italia, «siamo di fronte a una ripresa lenta e su valori ancora molto bassi per il potenziale del mercato italiano, con una sostituzione tuttora ritardata del parco anziano, vero nodo da sciogliere per una crescita concreta». Secondo Nordio anche la raccolta contratti, sulla base di un primo scambio di informazioni fra Unrae e Anfia, conferma un rallentamento dell’acquisizione: 112.000 unità nel mese di luglio, con un incremento del solo 10% rispetto allo scorso anno. La crescita dei 7 mesi, pertanto, scende sotto il 16% a circa 992.000 unità.
«La dimostrata centralità dell’auto nell’economia del Paese e la necessità di accelerare la sostituzione del parco anziano per risolvere problemi di sicurezza, costo sociale e ambiente, sono i temi che il decisore pubblico dovrà affrontare in preparazione della Legge di Stabilità, con un piano di vera attenzione alle possibilità di spesa delle famiglie e alla gestione dei costi da parte delle aziende, con pacchetti di riduzione del carico fiscale mirati ed efficaci», conclude Nordio.
«I volumi totalizzati ci ricordano, comunque, che siamo appena nella prima fase di uscita dalla crisi e che molti mesi ancora ci separano dal raggiungimento delle dimensioni ideali per un mercato come quello italiano» sottolinea il presidente di Anfia, Roberto Vavassori, commenta così i dati relativi alle immatricolazioni delle auto in Italia nel mese di luglio. «Ricordiamo che, per le sole autovetture, la produzione nazionale risulta in rialzo del 63% nel 1 semestre 2015, con oltre 343.000 unità prodotte, circa 130.000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Numeri, questi ultimi, che confermano la centralità del settore per la nostra economia e la necessità di sostenerlo con politiche industriali adeguate. Incide sui risultati di mercato anche una ripresa fisiologica della domanda di sostituzione delle vetture circolanti in Italia. Del resto, in mancanza di modelli e soluzioni alternative al trasporto privato – l’auto rimane, infatti, l’opzione preferita dagli italiani, con una quota modale al 68,7%, che equivale all’82,7% della distribuzione dei soli mezzi motorizzati – la sostituzione della vettura non è rinviabile all’infinito» conclude Vavassori.