Inaugurata a Torino “Viva l’Auto” manifestazione a supporto dell’automobile e della mobilità

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Pierluigi Bonora, presidente UIGA, Bartolomeo Giachino sottosegretario alle infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Barberis, presidente Camera di Commercio di Torino, Enzo La Volta, assessore all'ambiente del Comune di TorinoCon una serie di dibattiti, si è inaugurata a Torino la III edizione de “Viva l’Auto”, la manifestazione che si svolge nella città sabauda in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia in concomitanza con il premio “Auto Europa” organizzato dall’Uiga, l’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive.

(nella foto Pierluigi Bonora, presidente UIGA, Bartolomeo Giachino sottosegretario alle infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Barberis, presidente Camera di Commercio di Torino, Enzo La Volta, assessore all’ambiente del Comune di Torino)

 

 

Ad aprire la manifestazione è stato l’intervento del sottosegretario al ministero delle infrastrutture e trasporti, Bartolomeo Giachino: “Torino potrà rimanere capitale dell’auto se la Fiat continuerà ad investire a Mirafiori, ma anche se porteremo avanti il piano nazionale che prevede la sostituzione del parco circolante. Infatti l’Italia come Paese copre un territorio pari a metà della Francia, ma ha metà di infrastrutture, e il suo parco circolante, che è il più grande d’Europa, è al contempo il più vecchio”. Secondo l’esponente del Governo Berlusconi, “bisogna dire no alle politica dei blocchi in città, occorre piuttosto incentivare l’ingresso di vetture Euro 4, Euro 5, Euro 6, nonché alimentate a gas. Insieme con il Ministero dell’ambiente, le regioni e le grandi città, puntiamo a costruire un futuro per il settore automotive e un futuro sostenibile per le popolazioni”. A Giachino ha fatto seguito Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino con un trascorso ai vertici di Fiat, che ha evidenziato il ruolo di primo piano di Torino e provincia, che insieme “generano 66 miliardi di euro di PIL” e più nello specifico il settore dell’automotive sul territorio “genera il 50% della componentistica italiana, con un dato occupazionale pari a 200.000 occupati”

Altro tema trattato nella giornata inaugurale è stato quello delle auto elettriche e della loro diffusione sul mercato. “L’auto elettrica potrebbe diventare un vero e proprio sistema di stoccaggio di energia, dal momento che, in Italia, c’è un eccesso di produzione di energia elettrica”. Lo ha affermato Paolo Paoletti, Managing Director Corporate Development di Sorgenia, che ha aggiunto che “se sul fronte dei privati la gestione delle ricariche incide relativamente per quanto riguarda l’aumento di potenza dei contatori, dal punto di vista delle aziende invece la mancanza di infrastrutture resta il problema più urgente da risolvere e richiede il sostegno attivo da parte delle istituzioni preposte”. Dalle utilities ai produttori di batterie, Federico Resmini, Sales Area Manager Fiamm Sonick, ha tratteggiato i piani di sviluppo dell’azienda che, dopo l’acquisto dell’unico stabilimento di produzione di batterie al sodio in Svizzera, intende triplicare la produzione all’ora di batterie dalle attuali 10 mila: “le batterie, in un veicolo elettrico, definiscono le principali performance. Con la mobilità urbana, le continue frenate e accelerazioni, anche il discorso del peso complessivo del veicolo può incidere sul livello di autonomia delle batterie stesse. Oltre l’aspetto dei costi, l’altro elemento importante riguarda la sicurezza delle batterie che, nel caso di quelle al sale, sono totalmente riciclabili, hanno bassi costi legati al reperimento delle materie prime e garantiscono performance in linea con le batterie al litio”

Il tema della mobilità, dell’inquinamento ambientale e dell’inerzia delle istituzioni pubbliche nell’adeguare le infrastrutture ha percorso un altro dibattito cui hanno preso parte le case automobilistiche e le istituzioni locali.

A “denunciare” la situazione il direttore comunicazione di Nissan, Giuseppe George Alesci: “sugli incentivi siamo destinati, come Continente, ad essere soggetti ai limiti imposti dall’Ue sulla produzione di CO2, limite che è di 130 grammi per km. Nel 2020, l’invito è a ridurre la misura fino a 95 grammi oppure le sanzioni saranno durissime. Preferiamo pagare le multe nel 2020 o pensare politiche efficienti in tale direzione? E’ chiaro che non devono essere incentivi tali da favorire le case automobilistiche – ha aggiunto Alesci – ma devono essere incentivi generali”. Lo stesso scontento per l’assenza d’incentivi statali è stato espresso da Carlo Leoni, responsabile ambiente Peugeot: “l’Italia è un Paese che segna rosso in Europa, non c’è il supporto delle istituzioni per attivare incentivi che sostengano il mercato delle nuove mobilità. Peugeot è in prima fila nel campo delle soluzioni innovative per ridurre i fattori di inquinamento ambientale. L’auto elettrica ha un perimetro definito che è quello urbano”. Anche le Case di produzione di veicoli commerciali sono investite da questa sfida nel quadro degli obiettivi europei “20, 20, 20”. Lo ha affermato Eugenio Morello di Iveco:”è evidente che la scelta dell’elettrico e dei veicoli ibridi è fatta per andare a coprire un segmento importante per la distribuzione urbana delle merci. C’è il 45 per cento delle possibilità di convertire il sistema. In particolare, la logistica urbana dei veicoli commerciali è un’opportunità anche per la rete di alimentazione”.