La proposta della Commissione europea di mettere al bando i veicoli con motori a benzina e Diesel dal 2035 è con tutta probabilità giunta a fine corsa: cresce tra i governi europei la contrarietà alla proposta contenuta del fantasmagoricopiano dei sogni “Fit for 55” per azzerare le emissioni climalteranti entro il 2035, complice lo scenario della perdita di centinaiadi migliaia di posti di lavoro, perdita di preziosi punti di Pil e di impulso alla ricerca. Questo anche perché ci si è finalmente accorti che ad inquinare non sono i motori endotermici, ma quello che si utilizza per alimentarli, con il risultato che un più diffuso utilizzo dei nuovi carburanti a basso tenore di carbonio e a base vegetale rinnovabile le emissioni si possonopressoché azzerare senza cancellare intere filiere produttive.
Senza considerare, ovviamente, le ripercussioni di carattere geostrategico connesse con la scelta della totale elettrificazione della mobilità che consegna ancor più l’Europa agli interessi cinesi, monopolisti assoluti di molti dei materiali che servono per la produzione delle batterie e dei motori elettrici, oltre che per una fondamentale constatazione di carattere ambientale: per produrre l’energia elettrica che serve per ricaricare l’auto elettrica con l’attuale mix energeticoproduttivo basato grandemente su fonti fossili spesso molto sporche come il carbone si finisce per inquinare di più.
Dopo i tentennamenti dei governi francesi ed italiani arriva ora quello tedesco: l’esecutivo del cancelliere Olaf Scholz, che fino ad ora aveva tenuto una posizione favorevole al divieto per i motori a benzina e Diesel anche per la pressione di uno dei partiti della coalizione di governo, i Verdi, oggi ha compiuto una netta inversione di marcia. Il ministro dei Trasporti, Volker Wissing, ha ritirato il suo sostegnointegrale e incondizionato alla proposta di Bruxelles.
La filiera automotive europea chiede da tempo che le istituzioni assumano un approccio neutrale, ossia che tenga in considerazione tutte le tecnologie e le alternative possibili per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione. Proposta fatta propria dal ministro Wissing che ha messo in chiaro la necessità di non di fare affidamento solo su una singola tecnologia: «per il futuro, non possiamo puntare solo sulla mobilità elettrica o sull’idrogeno. Abbiamo bisogno di mantenere un approccio tecnologico neutrale».
La nuova posizione del governo tedesco, espressione della maggiore forza produttiva del settore automotive europeo, è salutata favorevolmente dall’Anfia, la filiera italiana dell’automotive: «accogliamo con favore la nuova posizione espressa negli scorsi giorni dal governo tedesco rispetto alla proposta della Commissione europea di mettere al bando i motori endotermici in UE dal 2035. Siamo concordi nel ritenere che questa tecnologia possa, invece, dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità attraverso l’impiego dei carburanti sintetici e dei biocarburanti, nonché nel sostenere la necessità di un approccio tecnologico neutrale, che lasci spazio a più soluzioni per l’abbattimento delle emissioni di CO2, anziché concentrarsi esclusivamente sul veicolo elettrico».
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