Il “Dieselgate” colpisce ancora: Volkswagen va verso una nuova condanna

La Corte di giustizia europea sta preparando una nuova sentenza sfavorevole al gruppo di Wolfsburg per l’utilizzo di un dispositivo software fraudolento che fa emettere più NOx a certe condizioni di temperatura e altitudine. 

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Dopo 6 anni dallo scoppio dello scandalo dello “Dieselgate” che ha visto protagonista principale Volkswagen e in misura minorealtre case costruttrici che hanno dribblato gli obblighi dello standard Euro 6 ricorrendo a trucchetti elettronici scoperti dai controllidell’Agenzia per l’ambiente americana, il gruppo di Wolfsburg incappa in un altro dispositivo elettronico fraudolento nella centralina di gestione dei motori Diesel che fa emettere, in certe condizioni di utilizzo, più ossidi di azoto del dovuto.

La Corte di giustizia europea sta preparando una nuova condanna, dopo che un giudice ha dichiarato illegale un software che altera la quantità di inquinanti emessi dai veicoli in particolari condizioni di temperatura e altitudine. L’avvocato generale della Corte, Athanasios Rantos, afferma che «il software in questione riduce l’efficacia del sistema di controllo delle emissioni nel normale funzionamento e utilizzo del veicolo», e quindi «costituisce un dispositivo fraudolento».

Secondo quanto accertato, Volkswagen avrebbe barato perché il software, come già acclarato in altri risvolti del “Dieselgate”, lo scandalo sulle emissioni truccate che ha travolto VW e altri marchi europei, riduce il processo di purificazione degli ossidi di azoto(NOx) emessi dal veicolo. Questo non avviene sempre, ma solo quando la vettura si trova in condizioni particolari: se la temperatura è minore di 15 gradi o supera i 33, e se l’altezza sul livello del mare è superiore a 1.000 metri.

Secondo Volkswagen tale procedura serve per proteggere il motore e allungarne la vita. Un fatto contestato dal giudice, visto che il software permette più emissioni di NOx in condizioni che sono molto comuni in Europa. A maggior ragione nella montuosa e fredda Austria, da dove è partita la denuncia che ha innescato la nuova procedura contro il Gruppo tedesco.

E’ opportuno sottolineare che ad essere sotto accusa nel nuovo caso di “Dieselgate” non è il motore Diesel che nella sua ultima evoluzione Euro 6 pieno ha emissioni inquinanti decisamente ridotte, talvolta pure non misurabili. Il problema sta nelle scorciatoie elettroniche escogitate perrisparmiare sulle tecnologie necessarie per abbattere effettivamente l’inquinamento, tecnologie che sono state rese obbligatoriecon l’Euro 6 pieno. Peccato che sull’altare del risparmio di qualche centinaio di euro sulla linea di montaggio deliberato da qualche dirigente industriale troppo ingordo abbia gettato in una cattiva luce una tecnologia europea di trasporto estremamente efficientee a ridotto impatto ambientale, migliore pure della tanto strombazzata auto elettrica che si limita solo a spostare l’inquinamento dalla strada alla produzione dell’energia e della batteria a costi decisamente superiori e con più limiti d’utilizzo rispetto al Diesel.

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