Dopo un lungo tira e molla, il testo di compromesso sugli standard Euro 7 è stato annacquato rispetto alle premesse vincolanti, passando in Consiglio dell’Ue, con la soddisfazione del governo italiano. Il Consiglio Competitività ha dato il via libera al compromesso della presidenza di turno spagnola che costituirà la base negoziale in vista dei negoziati con il Parlamento europeo.
«Il nuovo Regolamento, che per la prima volta riguarda le autovetture, i furgoni e i veicoli pesanti in un unico atto giuridico, mira a stabilire norme più adeguate per le emissioni dei veicoli e a ridurre ulteriormente le emissioni inquinanti del trasporto stradale», precisa il Consiglio, mettendo fine a una polemica durata mesi tra Bruxelles e un gruppo di otto Paesi membri – tra cui proprio l’Italia, insieme a Bulgaria, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria – sui nuovi standard post-Euro 6.
La proposta della Commissione Ue è arrivata nel novembre 2022, con l’obiettivo di rendere i test sulle emissioni dei veicoli più coerenti con le condizioni di guida reali e per fissare limiti alle emissioni di particolato causate dall’usura di freni e pneumatici. Il target fissato era la riduzione del 35% rispetto al precedente standard Euro 6delle emissioni di ossido di azoto (NOx) di auto e veicoli commerciali leggeri entro il 2035. Il testo approvatodal Consiglio ha ritardato i tempi per l’entrata in vigore delle disposizioni, portando le scadenze di attuazionedel luglio 2025 per le auto e del luglio 2027 per i camion in avanti rispettivamente di 30 mesi e di 48 mesi dopo l’entrata in vigore del Regolamento.
L’orientamento generale mantiene i limiti di emissione e le condizioni di prova esistenti per i veicoli leggeri, mentre nel caso dei veicoli pesanti i limiti di emissione sono più bassi, con una disposizione speciale sugli autobus urbani «per garantire la coerenza con l’obiettivo di emissioni zero per questi veicoli proposto di recente per il 2030».
Tra le proposte di modifica del Regolamento sugli standard Euro 7 compare il mantenimento delle condizioni di prova e i limiti di emissione esistenti (come stabilito nell’Euro 6) per autovetture private e furgoni. Per quanto riguarda autobus e pullman e veicoli commerciali pesanti, i limiti di emissione sono più bassi e le condizioni di prova leggermente modificate rispetto all’Euro 6. Infine, il testo «rafforza l’allineamento dei limiti di emissione delle particelle dei freni e del tasso di usura dei pneumatici alle norme internazionali adottate dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite».
Per l’Associazione europea costruttori di automobili (Acea) l’accordo dei ministri sugli standard Euro 7 «è un passo nella giusta direzione, ma la pressione dei costi resta alta. La posizione degli Stati membri rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta Euro 7 della Commissione europea – ha affermato la direttrice di Acea,Sigrid de Vries – tuttavia, rispetto a quanto in vigore oggi, la norma richiederà ingenti investimenti aggiuntivi da parte del nostro settore in un momento in cui sta investendo tutte le sue risorse nella decarbonizzazione».
Toccherà comunque al nuovo Europarlamento e alla nuova Commissione definire tutto lo scenario, avendo ben presente che sarà necessario rallentare la spinta demagogica verso l’elettrificazione della mobilità, lasciando più spazio verso l’utilizzo dei carburanti sostenibili, utilizzabili con sensibili benefici ambientali anche su gran partedel parco veicoli già circolanti, a vantaggio della tecnologia europea e senza legarsi al giogo delle terre raredominato dalla Cina, tanto più che lo standard Euro 6 attualmente in vigore ha già consentito di ridurre fino al 90% le emissioni dei principali inquinanti rispetto ad un Euro 1.
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