Euro 7: cresce l’opposizione contro il nuovo regolamento per i veicoli

L’Italia e altri sette paesi contro la proposta della Commissione europea: «la norma è irrealistica». Acea: costi di costruzione aumentati da 4 a 10 volte.

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La politica talebana della Commissione europea ed in particolare del suo vicepresidente socialista Frans Timmermans per azzerare le emissioni inquinanti del continente cozza contro un nuovo muro innalzato da otto stati dell’Unione europea vertente sul nuovo regolamento Euro 7 sulle emissioni degli autoveicoli che dovrebbe entrare in vigore nel 2027.

Secondo Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria la nuova propostadi regolamento presentata da Bruxelles sugli obiettivi Euro 7 per ridurre le emissioni inquinanti già nei prossimi quattro anni è stato bollato come «uno sforzo irragionevole» per un’alleanza a otto che promette battaglia in un negoziato che, avverte il ministro per le Imprese e il “Made in Italy”, Adolfo Urso, è «solo agli inizi».

Il nuovo fronte di battaglia ambientalista s’intreccia con l’auspicio ancora non sopito da parte del governo Meloni di riuscire nei prossimi mesi a strappare una norma specifica da parte della Commissione per sdoganare i biocarburanti – al pari dei già approvati e-fuels spinti dalla Germania – anche dopo la fine del motore a diesel e benzina. Sempre che il nuovo parlamento europeo che sarà eletto a giugno 2024, unitamente alla nuovaCommissione nominata dai governi dell’Unione, non voglia cancellare la deriva ambientalista, evitando di consegnare l’economia ad una crisi epocale, senza migliorare la qualità ambientale in presenza della crescitadelle emissioni fino al 2060 da parte dei maggiori inquinatori, a partire da Cina e India.

Con un “non paper” (documento non ufficiale) inviato alla Commissione Ue, alla presidenza di turno della Svezia e alle altre capitali, i governi di Italia, Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria hanno ufficializzato le loro riserve comuni sul disegno di regolamento svelato dal commissario europeo Thierry Breton nel novembre scorso dopo non pochi mesi di attesa. E che, se approvato così com’è, richiederebbe alle case automobilistiche ingenti investimenti sui motori termici per tagliare ulteriormente gli inquinanti come ossidi d’azoto e particolato, a fronte però di quello stop all’immatricolazione di auto a benzinae diesel previsto nel 2035 che ne renderebbe di fatto vani gli sforzi finanziari e di sviluppo delle nuove tecnologie per soli 7 anni di utilizzo.

Secondo gli otto firmatari, «non appare realistica e rischia di avere degli effetti negativi sugli investimenti nel settore già impegnato nella transizione verso l’elettrico». E per questo i nuovi obiettivi dovrebbero perlomeno essere «prorogati» per dare più tempo ai costruttori di adeguarsi. Ma, soprattutto, dovrebbero essere ripensati per «riflettere» l’intero contesto legislativo comunitario e «l’attuale sviluppo dei metodi di misurazione» delle emissioni nocive in seno alle Nazioni Unite, tenendo conto «delle proprietà dei veicoli elettrici».

Dal fronte dei costruttori di veicoli associati in Acea, la proposta di regolamento Euro 7 aumenterà i costi di produzione di auto, furgoni, camion e autobus. Uno studio di Frontier Economics calcola i costi per veicolo a 2.000 euro circa per quanto riguarda auto e furgoni con motore a combustione interna, e a quasi 12.000 euro per i camion e gli autobus diesel. Queste cifre sono da 4 a 10 volte superiori alle stime della Commissione nella sua valutazione d’impatto dell’Euro 7 (180-450 euro per auto e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus).

Queste stime comprendono solo i costi diretti di produzione, principalmente per le attrezzature e gli investimenti. È importante notare che questi costi aggiuntivi non corrispondono ai prezzi di acquisto, ma fanno aumentare ulteriormente il valore per gli utenti finali. L’aumento dei prezzi sarebbe quindi probabilmente superiore alle cifre citate nello studio.

Con le attuali norme Euro 6/VI, l’UE dispone degli standard più completi e severi al mondo in materia di emissioni inquinanti (come NOx e particolato). Le emissioni di gas di scarico sono già a un livello appena misurabile grazie alla tecnologia dei veicoli all’avanguardia.

Oltre ai costi diretti, la proposta del regolamento Euro 7 comporterà costi indiretti, come l’aumento del consumo di carburante. Nel corso della vita di un veicolo, i costi del carburante potrebbero aumentare del 3,5%, pari a 20.000 euro in più per i camion a lungo raggio e a 650 euro in più per le auto e i furgoni.

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