Dieselgate: dopo Volkswagen un tribunale tedesco condanna anche Mercedes

La sentenza in una causa collettiva intentata da consumatori utenti dei modelli GLC e GLK.

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Dopo il gruppo Audi Volkswagen, il Dieselgate s’abbatte anche sul gruppo Mercedes-Benz: la Corte d’appello del tribunale di Stoccarda ha riconosciuto la responsabilità nei confronti dei proprietari di alcune delle sue auto Diesel dotate di un dispositivo di manipolazione delle emissioni, secondo quanto stabilito da un tribunale tedesco in una causa collettiva intentata da consumatori.

La sentenza della Corte d’appello di Stoccarda sul nuovo caso di Dieselgate riguarda i modelli Mercedes Glc e Glk in una causa intentata tre anni fa dal gruppo di consumatoriVzbv” a cui hanno aderito 2.500 ricorrenti. L’associazione sostiene che la casa automobilistica abbia manipolato i motori Diesel per violare le norme sulle emissioni nel passaggio tra lo standard Euro 5 ed Euro 6.

Gli automobilisti non riceveranno direttamente i risarcimenti, ma devono ora fare causa individualmente per riscuotere il denaro dal produttore. Mercedes ha dichiarato che ricorrerà in appello contro la sentenza sostenendo che l’azienda e i suoi dipendenti hanno agito correttamente. L’Unione europea ha emanato degli standard di emissione che le auto devono rispettare. Il vecchio standard, chiamato Euro 5, è stato introdotto nel 2009. Il nuovo Euro 6 si applica alle auto prodotte a partire dal 2014.

I giudici hanno accolto la causa per i modelli conformi agli standard di emissione Euro 6, ma hanno respinto quella per i veicoli che rispettano l’Euro 5. L’azione legale in pratica replica la causa della “Vzbv” contro Volkswagen per lo scandalo Dieselgate, conclusasi con un accordo da 830 milioni di euro nel 2020.

Uno scandalo che ha demonizzato ingiustamente il motore Diesel sull’altare di un effimero risparmio di qualche centinaio di euro nell’adeguamento dei propulsori allo standard Euro 6, oltre che per le modalità di effettuazione del test, della durata di solo pochi minuti al banco su rulli, situazione che era facilmente interpretabile dalla centralina di gestione del motore che così adeguava il funzionamento alle condizioni di test prova, salvo poi tornare ad una situazione di “normalità”, con emissioni decisamente più elevate di quanto ammesso dalle norme.

Ora, con l’introduzione delle prove con standard RDE su strada e di durata maggiorata, i sotterfugi che hanno originato il Dieselgate non sono più possibili e l’impatto ambientale del propulsore ad accensione spontanea è decisamente inferiore a quello dei veicoli elettrici, specie se alimentato con carburanti a basso tenore di carbonio.

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