Crisi delle vendite tassazione sugli autoveicoli: incontro al Ministero dello sviluppo

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federauto presidente Filippo Pavan Bernacchi 1Federauto ha incontrato il sottosegretario De Vincenti, cui sono state presentate le proposte del settore. Tra 15 gionri incontro decisivo. Pavan Bernacchi: “l’obiettivo è di mantenere almeno il vigente sistema fiscale”

Nuova tappa dell’infinita trattativa tra la filiera automobilistica italiana ed il Governo per arrivare ad una soluzione che consenta al mercato di uscire dall’attuale crisi nera che rischia di aggravarsi ulteriormente in caso di carenza di decisioni volte al rilancio del comparto.

Presso il Ministero dello sviluppo, una delegazione di Federauto guidata dal presidente Filippo Pavan Bernacchi ha incontrato il sottosegretario Claudio De Vincenti, al quale la categoria ha presentato le proposte che potrebbero contribuire al rilancio del settore e ad evitare la chiusura di oltre un terzo dei concessionari esistenti, con le pesanti conseguenze sia sul piano dell’occupazione che sul gettito fiscale. “Le nostre proposte guardano all’Europa, a quanto fanno paesi simili al nostro, dove l’automobile è considerata a tutti gli effetti un bene d’investimento produttivo e non solo un lusso da spremere fiscalmente” dice il presidente di Federauto Pavan Bernacchi, secondo il quale “se in Italia si utilizzasse il sistema fiscale esistente in Germania, Francia, Inghilerra e Spagna si potrebbe generare un positivo indotto nelle vendite di auto aziendali per almeno 100.000 veicoli aggiuntivi, con beneficio anche per le casse dello Stato che per ogni nuovo veicolo venduto incassa almeno 5.000 euro”.

Peccato che la posizione illustrata al Governo dai concessionari italiani sia destinata a rimanere solo sulla carta: “il rischio è che sul settore dell’auto aziendale s’abbatta un’ulteriore taglio alla deducibilità, portandola dall’attuale, esiguo, 40% al 27% al fine di trovare le risorse per finanziare la riforma del lavoro del ministro Fornero. Se così fosse, più di un rilancio del settore, si assisterebbe al definitivo tracollo, con la probabile perdita di 240.000 posti di lavoro su un totale di circa 1,2 milioni” commenta Pavan Bernacchi, la cui categoria punta almeno “al mantenimento della situazione fiscale vigente”. Dalla situazione nazionale a quella del NordEst: nel Triveneto la situazione delle vendite va peggio della media italiana. Per Pavan Bernacchi, concessionario Fiat a Padova, “causa la delocalizzazione delle imprese, la perdita di posti di lavoro, i mancati ammortizzatori hanno depresso maggiormente il mercato locale rispetto a quello nazionale”.

L’impegno con il Governo è di ridiscutere tra 15 giorni tutta la situazione che grava sul comparto, storicamente ritenuto da tutti i governi, di qualsiasi colore siano, la “vacca da mungere” per qualsiasi esigenza. Peccato che così facendo il Governo sia affossando un settore strategico per l’economia nazionale, privando il Paese di capacità di ricerca in un settore che abbraccia più comparti scientifici e tecnologici, con il rischio d’impoverire ulteriormente il patrimonio del “Made in Italy”. Il Governo, specie uno composto da tecnici, dovrebbe avere il coraggio di guardare laicamente la situazione, magari arrivando a riequilibrare la pressione fiscale sui diversi settori, alleggerendo chi storicamente più ha dato. In caso contrario, l’ulteriore aggravio della crisi (non solo del comparto automobilistico, ma dell’economia in generale: basti vedere cosa è successo a seguito dell’aumento delle accise sui carburanti dello scorso dicembre che, da una parte, ha contribuito alla riaccensione dell’inflazione e, dall’altro, ridotto l’atteso gettito fiscale a causa della riduzione dei consumi) è dietro l’angolo, con la conseguenza di allargare la forbice del deficit di bilancio, allontanando nel tempo il raggiungimento del pareggio di bilancio statale.