Il gruppo cinese cresce superando i 100 miliardi, mentre Musk si ferma a 97,7 miliardi
L’auto cinese sta surclassando i produttori tradizionali europei ed americani anche in termini di fatturato, con Byd, il più grande sfidante al dominio globale di Tesla nelle auto elettriche, che nel 2024 ha sorpassato la Tesla di Elon Musk in termini di fatturato, superando per la prima volta la soglia psicologica dei 100 miliardi di dollari: 777,1 miliardi di yuan (circa 107,2 miliardi di dollari), più dei 97,7 miliardi annunciati da Tesla.
I ricavi del gruppo di Shenzhen, sostenuto anche da una volpe della finanza come Warren Buffett, hanno registrato un balzo del 29% annuo, oltre i 766 miliardi stimati dagli analisti. L’utile netto, invece, ha avuto un rialzo addirittura del 34%, fino a b, su nuovi record. Il prezzo delle azioni ha toccato il picco storico lo scorso 20 marzo (a 424,20 dollari di Hong Kong) sulla spinta della nuova tecnologia di batterie presentata come in grado di consentire a un veicolo di percorrere fino a 470 chilometri dopo una ricarica di appena cinque minuti. Un sistema di batterie e di ricarica da 1.000 kW, superiori ai Supercharger di Tesla, che attualmente si ferma a 500 kW. Un sistema che sorvola sulla disponibilità di sufficiente energia elettrica e sulla capacità della rete elettrica di supportare tali picchi di potenza.
Le azioni Byd a Hong Kong hanno chiuso la seduta con un +3% sulle aspettative dei buoni dati di bilancio: dall’inizio dell’anno però hanno guadagnato più del 50%, in netto contrasto con il calo del 34% di Tesla. Tuttavia, la capitalizzazione della società cinese rimane inferiore a un quinto della rivale americana, il cui valore è crollato da 1.700 miliardi a meno di 800 miliardi.
Le vendite annuali di Byd hanno beneficiato della crescente domanda di modelli ibridi plug–in nel mercato cinese, dove ha spazzato via i rivali tra taglio dei costi di produzione e richieste periodiche ai fornitori di limare listini di vendita. Il risultato è che il gruppo mantiene margini a doppia cifra, cosa che i produttori tradizionali di auto in Europa si sognano, utili per attenuare i dazi in Europa o in altre parti del mondo. Perché l’espansione all’estero è la priorità per il gruppo fondato da Wang Chuanfu, ora nel ruolo di presidente.
Solo in Europa, dopo quelli in Turchia e Ungheria, è in arrivo un terzo impianto, probabilmente in Germania, visto che l’Italia è penalizzata da un eccessivo costo dell’energia e da un eccesso di burocrazia che frena gli investimenti esteri.
L’azienda cinese, le cui vendite all’estero sono salite lo scorso anno a più di 400.000 veicoli, ha recentemente raccolto quasi 6 miliardi di dollari per finanziare i piani di espansione. Byd ha rappresentato circa il 16% delle auto esportate dal Dragone a gennaio e febbraio. E l’ultima innovazione dell’azienda, la ricarica ultraveloce, è considerata dagli analisti lo strumento per catturare ulteriori quote di mercato dai rivali. I numeri solidi potranno contare anche sulla nuova serie di tecnologie per veicoli elettrici per rendere la sua gamma di modelli più attraente, tra cui un cosiddetto sistema di guida avanzato “God’s Eye” e l’integrazione dei software con i modelli di intelligenza artificiale di DeepSeek, la startup cinese che ha sorpreso i colossi Usa con i suoi prodotti low cost, ma ad alte prestazioni. Sorvolando sul fatto che Byd potrebbe essere nel giro dei prossimi due anni il primo costruttore ad integrare nella produzione di massa le nuove batterie a stato solido che potrebbero essere la soluzione dirompente per fare accettare ai consumatori l’elettrificazione della mobilità. Sempre ammesso che in una realtà come quella europea ed italiana in particolare la struttura di ricarica si diffonda capillarmente e il costo del pieno elettrico divenga competitivo con quello dei carburanti tradizionali.
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