Il risultato poteva essere anche peggiore in mancanza dell’accelerazione delle targature per evitare l’aumento dell’iva e il raggiungimento degli obiettivi trimestrali delle concessionarie
Il mercato dell’auto si era cullato sulla prospettiva dell’inversione di tendenza fatta registrare ad agosto, ma così non è stato: il dato diffuso dal ministero ai trasporti relativo ai dati delle immatricolazioni effettuate a settembre riporta tutti alla realtà con un dato negativo, limitato nelle dimensioni (-2,9%), ma che non fotografa l’effettiva situazione del mercato, perché nelle ultime due settimane i concessionari hanno accelerato le immatricolazioni dei veicoli prenotati per evitare l’aumento dell’Iva e per centrare gli obiettivi di vendita (e i relativi premi fissati dalle case per la rete di vendita) tramite una massiccia iniezione di “chilometri zero”.
Lo conferma anche il Centro studi Promotor (CSP): “il risultato sarebbe stato più negativo se non si fosse verificato negli ultimi giorni del mese scorso una piccola corsa alle immatricolazioni determinata dall’intenzione di evitare l’aumento di un punto dell’Iva a partire da oggi. Il calo di settembre – aggiunge Csp – delude l’attesa di un primo segnale di recupero dopo la lunga e nerissima stagione che ha seguito la fine degli ultimi incentivi nel marzo 2010. L’ipotesi di un’inversione di tendenza per il mercato dell’auto è legata essenzialmente alle previsioni di ripresa dell’economia di cui ha parlato insistentemente il ministro Saccomanni, previsioni basate essenzialmente sul miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese e sulla crescita modesta, ma significativa, dell’indice della produzione industriale in maggio e giugno (indice che però ha fatto registrare un calo in luglio). Il dato di settembre per le immatricolazioni è un brusco richiamo alla realtà”.
Csp rileva che “la proiezione dei risultati acquisiti dall’inizio dell’anno a fine agosto portava a un volume di immatricolazioni di 1.314.000 per il 2013. Considerando invece anche il dato di settembre, la proiezione scende, sia pure leggermente, e si porta a quota 1.310.000, un livello molto depresso e in calo del 47,5% rispetto ai dati ante-crisi (2007)”. Secondo Csp “il mercato dell’auto, per ripartire, ha bisogno certamente che riparta l’economia, ma ha anche bisogno di un Governo che dimostri finalmente la disponibilità ad affrontare i nodi specifici che hanno fin qui frenato la domanda: un eccesso di tassazione, prezzi dei carburanti e premi di assicurazione al top in Europa, difficoltà del credito e un atteggiamento dei pubblici poteri pervicacemente punitivo nei confronti dell’automobile e degli automobilisti”.
Secondo Roberto Vavassori, presidente di Anfia (la filiera automotive italiana), “ a settembre il mercato risulta ancora in frenata e si posiziona poco sopra i livelli del 1976 (93.786 unità), nonostante il confronto con un settembre 2012 che aveva accusato una delle flessioni più pesanti dell’anno (-25,5%)”. Secondo Vavassori il mercato 2013 chiuderà “attorno a 1,3 milioni di immatricolazioni con una contrazione tra il 7% e il 9% e desta preoccupazione il fatto che ai problemi strutturali irrisolti del Sistema Paese ora si aggiunga l’aggravante di una forte instabilità politica. Per il nostro settore, gravato da un carico fiscale decisamente pesante e continuamente in crescita negli ultimi anni, anziché l’alleggerimento più volte invocato per dare una spinta alla domanda, ad esempio l’abolizione del superbollo, sono in arrivo nuove vessazioni, tra cui anche l’inasprimento delle accise sui carburanti previsto dal Decreto del Fare a partire da gennaio 2014”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Massimo Nordio, presidente di Unrae (gli importatori di marche estere): “la situazione ormai è ben delineata e il mercato è tecnicamente bloccato dal fatto che è sempre più oneroso godere della mobilità individuale. C’è bisogno che lo Stato continui a lavorare sulla riduzione degli oneri sugli automobilisti e la prossima legge di Stabilità deve recepire il piano di sostegno alle famiglie con il programma di deducibilità/detraibilità dei costi di acquisto e manutenzione delle vetture”.