Al IV Forum internazionale delle polizie locali di Riva del Garda organizzato da Aci si chiude con un il focus su automobilisti e sicurezza

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Gli interventi del presidente di Aci, Enrico Gelpi, e del sottosegretario all’Interno, Michelino Davico

Pochi strumenti operativi e scarse risorse tecnologiche per la prevenzione degli illeciti stradali, malgrado il ruolo fondamentale quotidianamente svolto dalle polizie locali nel presidio del territorio per una mobilità sicura, responsabile e sostenibile. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dalla Fondazione ACI “Filippo Caracciolo” con lo studio “La polizia locale in Italia”, presentato nella giornata conclusiva del IV Forum Internazionale delle polizie locali organizzato dall’Automobile Club d’Italia a Riva del Garda (TN).

 

Se i comandi delle polizie locali dispongono di 6,2 misuratori di velocità ogni 100.000 abitanti (con una forbice tra le 13,6 apparecchiature della Valle d’Aosta alle 2,7 della Sicilia), gli etilometri sono solo 2,2 ogni 100.000 abitanti (dai 4,4 del Veneto agli 0,4 della Calabria). Gli opacimetri, utili nella misurazione del tasso di inquinamento dei veicoli, sono appena 0,2 ogni 100.000 abitanti, con una punta di 1 in Lombardia e una totale assenza in Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Umbria e Valle d’Aosta. Ciò evidenzia un forte sbilanciamento delle dotazioni dei Comuni verso quelle apparecchiature considerate “più redditizie” nell’accertamento delle violazioni al Codice della Strada, a scapito dei sistemi in grado di prevenire gli illeciti e tutelare l’ambiente. Un segnale di inversione di questa tendenza è la diffusione delle telecamere (oltre 24 ogni 100.000, il doppio degli operatori) tra le dotazioni dei comandi: se è vero che servono per controllare i varchi di accesso alle zone a traffico limitato dei centri storici, è pur vero che sono fondamentali nel presidio dei punti critici della viabilità urbana.

Enrico Gelpi“L’azione di controllo sulla strada da parte delle Forze dell’Ordine – ha dichiarato il presidente dell’ACI, Enrico Gelpi – è uno dei pilastri che reggono gli interventi per la sicurezza stradale. Proprio perché il 76% degli incidenti si verifica nelle aree urbane, il compito delle polizie locali è di fondamentale importanza nel contribuire a contrastare i comportamenti a rischio. Le polizie locali stanno assumendo quella centralità necessaria a non vanificare la portata dei provvedimenti che ogni singola amministrazione ritiene di adottare nel tentativo di mettere in condizione i cittadini di vivere meglio e di più il proprio contesto urbano. L’attività sanzionatoria deve quindi essere orientata ad incrementare gli standard di sicurezza della circolazione e non le entrate economiche locali. In quest’ottica devono rinnovarsi le dotazioni dei comandi, soprattutto dei comuni più piccoli”.

Il presidente di Aci, Enrico Gelpi, ha proposto alcune riflessioni sul costo della mobilità: “le famiglie italiane spenderanno quasi 170 miliardi di euro nel 2011 per l’automobile, una cifra al limite della sostenibilità, che impone un’immediata rivisitazione nei costi che gravano sull’auto. A fronte di questo, Aci vorrebbe risorse adeguate e proporzionate da destinare a interventi per elevare gli standard di qualità della mobilità, dall’ammodernamento della rete stradale alla messa in sicurezza dei tratti stradali più pericolosi, allo sviluppo dei sistemi di informazione all’utenza moderni ed efficienti” Al Governo e al Parlamento, Aci chiede due passi concreti a favore degli automobilisti: “sopprimere le più antiquate accise sulla benzina e trasformare il bollo auto in una tassa di circolazione, proporzionale ai chilometri percorsi e alle emissioni di CO2”. Un impegno da rivolgere anche verso l’utilizzo dei proventi delle contravvenzioni al Codice della strada: secondo Gelpi “nel 2010 i comuni capoluogo hanno incassato dalle multe stradali oltre 1 miliardo e 140 milioni di euro, di questi la metà dovrebbe essere impiegato per la sicurezza stradale nelle aree urbane. Al riguardo, è opportuno che il Parlamento introduca misure sanzionatorie verso le amministrazioni inadempienti”. Il presidente ha infine ricordato la necessità di intensificare i controlli, a fronte del fiorire di compagnie assicurative fantasma e dei veicoli che circolano senza assicurazione.

Michelino Davico Al Forum è intervenuto anche il sottosegretario al Ministero degli interni, Michelino Davico che ha posto l’attenzione sul tema dei controlli e della sicurezza stradale.

Sottosegretario Davico, le polizie locali che ruolo possono avere per il controllo del territorio in una ottica anche federalista?

La polizia del territorio, quella vicino ai cittadini a disposizione dei sindaci e vicino alla vita vera, alla vita concreta della gente, ha un ruolo fondamentale che può coniugarsi a livello internazionale con quelle che sono le altre organizzazioni di polizia e a livello locale con quelle che sono le specificità più tipiche dei territori.

In Italia esistono tre forze di polizia nazionale più un quarto a livello locale: non sono forse un po’ troppe e non rischiano di farsi concorrenza l’una con l’altra? Non si rischia di sprecare troppo risorse che dovrebbero essere focalizzate per combattere il crimine e dare sicurezza al territorio?

Certo, il Ministro proprio alla festa della Polizia quest’anno ha annunciato una riforma di quella che è la legge fondamentale della pubblica sicurezza. In un momento di ristrettezza economica e in un di riorganizzazione generale del Paese è fondamentale fare sinergie, mettere insieme le esperienze di tutti, per rendere più moderno questo importante settore della vita dei cittadini che garantisce la sicurezza. La norma precedente era di 30 anni fa e oggi occorre attualizzarla alle esigenze attuali anche per risparmiare sulle risorse senza penalizzare il servizio ai cittadini e alle imprese.

In Parlamento è stata presentata una proposta per istituire il reato di omicidio stradale per evitare che chi commette reati con un veicolo possa sfuggire ad una pena esemplare. A che punto è la discussione della norma?

La proposta è all’esame della commissione per il normale iter legislativo. Anche il nostro Ministro è interessato ad istituire questo nuovo reato, perché di fronte a ciò che accade in certe condizioni di guida dove chi è al volante non è in possesso delle sue facoltà mentali, si può ipotizzare questo tipo di reato nei confronti di incidenti con vittime.

La campagna europea di riduzione di incidenti degli incidenti stradali ha avuto un buon risultato, ma c’è spazio anche per ulteriori miglioramenti, soprattutto calcolando che nel caso dell’autotrasporto con le liberalizzazioni stanno arrivando dai Paesi dell’est camion con autisti non sempre professionalizzati e nel pieno delle facoltà psicofisiche…

La campagna di sicurezza stradale per la riduzione degli incidenti stradali con vittime ha avuto successo, ma quanto ottenuto è da stimolo per raggiungere altri obiettivi di riduzione della mortalità e dell’incidentalità. Quanto alla liberalizzazione dell’autotrasporto, gli autisti che provengono da altri da altri Paesi dove le regole sono molto diverse hanno difficoltà a conoscere e, di conseguenza, rispettare le nostre regole di circolazione. Si deve puntare all’uniformazione a livello europeo delle regole di circolazione stradale, in modo da evitare che ci siano autisti professionali che non conoscono e rispettano le norme, comprese quella della sicurezza dei veicoli che circolano sulle strade. Un problema ulteriore riguarda il fatto che i nostri imprenditori, soprattutto i padroncini stanno risentendo della concorrenza sleale, che si aggrava per via dei limitati controlli sugli autisti stranieri che vanno rafforzati. Nel nostro Paese, le cose stanno lentamente migliorando grazie ad un controllo più capillare, grazie ai controlli elettronici automatici come il “Tutor”, la presenza delle pattuglie e delle forze dell’ordine, fuori dalle autostrade. Bisogna porre ancora molta attenzione anche agli “utenti deboli” della strada, come pedoni e ciclisti, che fanno registrare un numero di vittime crescente.

La sicurezza passa anche attraverso il miglioramento delle infrastrutture stradali e ferroviarie. Il governo cosa sta facendo in questo senso?

Le infrastrutture sono fondamentali, in un momento di grave difficoltà economica è importante stabilire anche procedure nuove e spendere meno ma meglio in funzione dell’efficienza per assicurare la sicurezza e l’efficienza della rete infrastrutturale. Spetta al Governo e agli enti territoriali gestori delle infrastrutture agire di conseguenza, anche in una prospettiva congiunturale per generare un volano positivo con l’effettuazione di lavori di manutenzione e miglioramento della rete.