Ad ottobre il mercato delle vendite di nuovi autoveicoli cala ancora del 5,58%, portando a 41 i cali consecutivi

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Federauto, Anfia, Unrae: necessario che il Governo intervenga per portare la fiscalità sugli autoveicoli a livello medio europeo

Ancora un calo delle immatricolazioni di veicoli nuovi ad ottobre: una variazione di -5,58% rispetto ad ottobre 2012, durante il quale ne furono immatricolate 117.397. Nel periodo gennaio-ottobre 2013 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 1.111.520 autovetture, con una variazione di -8,02% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2012, durante il quale ne furono immatricolate 1.208.470.

Con il calo di ottobre “svanisce la prospettiva di una ripresina del mercato dell’auto italiano già nel 2013”, prospettiva legata essenzialmente ad un analogo recupero del quadro economico generale. E’ quanto sostiene il Centro Studi Promotor nel commentare i dati sulle immatricolazioni diffusi dal ministero dei Trasporti. Per il 2013 non si può quindi parlare di ripresa dell’economia, né vi può essere quindi ripresa per il mercato dell’auto dato che la crisi economica in atto, non è l’unico, ma è sicuramente il principale fattore di freno della domanda di autovetture. “Non si può pensare inoltre che un qualche stimolo venga agli acquisti di auto dall’attenuarsi dell’impatto negativo degli altri fattori di freno (demonizzazione dell’auto, criminalizzazione degli automobilisti, caro-carburanti, caro-assicurazioni, difficoltà del credito ed eccesso di tassazione) perché su questo fronte non vi sono e non vengono annunciate novità positive – sottolinea l’indagine di Promotor – Anche la consulta sull’auto istituita dal ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, pur rappresentando il primo segnale di interesse di un Governo italiano per il settore da moltissimo tempo, ha saputo finora programmare soltanto una riunione a distanza di un mese dall’incontro istitutivo – critica Csp – non si tratta certo di tempi coerenti con la gravità della situazione del mercato dell’auto, che ha anche bisogno di riaffermare la sua importanza per l’economia italiana e per gli italiani.

Secondo l’Unrae (l’associazione degli importatori stranieri in Italia), “ormai, a 60 giorni dalla fine di questo 2013, dobbiamo augurarci che l’iniziativa del ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato e del sottosegretario Claudio De Vincenti di avviare la Consulta permanente per l’automotive, cui partecipa anche l’Unrae, sia in grado – grazie a risorse adeguate – di intervenire sui costi di gestione e sui carichi fiscali che gravano sull’automobile e quindi attivare l’inversione del trend negativo che ci accompagna da 41 mesi e spingere il 2014 verso risultati più consoni per il mercato italiano. Intanto il mercato si avvia a chiudere il 2013 di poco al di sotto delle 1.300.000 unità vendute (oltre il 7% meno dello scorso anno), riportandoci sui livelli del 1978-1979. E per il 2014, secondo la nostra previsione, elaborata dal Centro Studi, la domanda di autovetture tornerà in territorio positivo per la necessità, nell’area flotte aziendali, di effettuare sostituzioni non più rimandabili”. Stando ai dati raccolti da Unrae, “la raccolta contratti – secondo un primo scambio di informazioni fra Unrae ed Anfia – segna una flessione nel mese di circa il 4,5% a poco più di 120.000 unità. Nel cumulato dei 10 mesi, la situazione è leggermente meno difficoltosa di quanto evidenziato dalle immatricolazioni e i quasi 1.094.000 contratti indicano una riduzione pari al 5%. Gli acquisti delle famiglie rimangono in affanno anche nel mese di ottobre, segnando un calo dell’11,3% e fermandosi al 61,9% di quota, ben 4 punti in meno di un anno fa. Nel periodo gennaio-ottobre la quota si mantiene sostanzialmente stabile al 63,4%, con una flessione in linea con il mercato totale. Il noleggio continua a cedere il passo, evidenziando un trend negativo nel mese (-7%) e nel cumulato (-9,2%), riuscendo, comunque, a mantenere la propria rappresentatività sul mercato. In termini di quota di mercato, quanto perso dai privati viene recuperato dalle immatricolazioni a società che nel mese di ottobre segnano un considerevole +15,5%, raggiungendo il 23% di quota, in crescita di oltre 4 punti percentuali (18,3% di quota nel cumulato). Anche in ottobre le motorizzazioni diesel si mantengono stabili (+0,6%), raggiungendo il 54,8% sul totale (53,8% nei 10 mesi). Prosegue, invece, la flessione della benzina (-6,1%), che ormai rappresenta il 30,7% del totale, a vantaggio delle motorizzazioni a metano, che registrano una crescita del 5,4% nel mese (4,8% di quota) e del 26,7% nel cumulato (5,1% del totale), e a vantaggio di quelle ibride (+66,4% in ottobre e +129% nei 10 mesi). Flette, invece, il Gpl ormai stabile intorno all’8,3% nel mese e all’8,9% nel cumulato”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’Anfia (la filiera automobilistica italiana), il cui presidente Roberto Vavassori sollecita il Governo ad “intervenire senza più titubanze, con l’obiettivo di una progressiva armonizzazione della fiscalità italiana a quella europea per le auto aziendali, sia in termini di periodo minimo di ammortamento, che di quota deducibile e detraibilità Iva, oltre a un importante lavoro di contenimento dei costi di possesso e di utilizzo dei veicoli, a partire dal carico fiscale, primo importante passo da compiere per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese”.

Conclude Federauto (l’associazione dei concessionari italiani) con il suo presidente Filippo Pavan Bernacchi: “Il 2013 chiuderà presumibilmente attorno a 1.280.000 pezzi, registrando un -8% rispetto al 2012. Ma questo dato non rende giustizia alla realtà delle cose. Il mercato italiano dovrebbe esprimere circa 2.000.000 di pezzi. Mancano quindi all’appello 720.000 immatricolazioni rispetto alla media degli ultimi 5 anni. In altri termini stiamo performando il -35% rispetto a quanto la filiera, che dà lavoro a 1.200.000 persone, necessita per sopravvivere. Ma il paradosso è che lo Stato sta perdendo circa 3 miliardi tra Iva e altre imposte. Il Governo è stato informato con chiarezza, da parte di tutti i principali attori della filiera, di quanto la crisi sia profonda e articolata. Abbiamo lasciato sul Tavolo queste riflessioni con un nuovo appuntamento a fine mese. L’attenzione del ministro e del sottosegretario c’è stata e siamo loro grati, ma adesso ci aspettiamo che sul tema del mercato, quel mercato italiano, fanalino di coda europeo, che cala da 41 mesi, il Governo sia disponibile ad ascoltare le nostre proposte e a considerarle nella giusta prospettiva. Senza un intervento deciso, anche solo per detassare l’acquisto delle vetture o il loro utilizzo, la situazione è destinata a peggiorare al di là di quanto possano raccontare degli sterili numeri”.