Corre lungo il filo della “memoria” il pacchetto di iniziative approvate per il 2018 dalla Giunta regionale del Veneto a favore dei veneti nel mondo. Gli interventi programmati quest’anno ammontano ad oltre 400.000 euro, tra sostegno alle attività delle associazioni venete ed estere e nuove iniziative, rivolte ai veneti lontani ma in particolare ai giovani di oggi.
Per la prima volta la Regione (assessorato ai Flussi migratori di concerto con assessorato all’Istruzione), con il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico del Veneto e degli atenei del territorio regionale, ha istituito un premio (5.000 euro) per la miglior tesi di laurea che metta a fuoco la dimensione storica ed economica del fenomeno dell’emigrazione veneta e le sue ricadute nei diversi paesi di approdo. Analoga iniziativa coinvolgerà anche le scuole superiori del Veneto, invitate a partecipare al concorso riservato alle classi terze e quarte del ciclo secondario superiore per la produzione del miglior audiovisivo sulla storia della “grande” emigrazione veneta. Il miglior lavoro di gruppo sarà premiato con 5.000 euro, pubblicato nel sito della Regione e diffuso tra le scuole del Veneto e le associazioni dei veneti nel mondo. C’è tempo per partecipare ai due bandi sino al prossimo 15 novembre.
«La storia dell’emigrazione veneta è spesso confinata in poche righe sui libri di testo e, invece, è un elemento fondamentale nella coscienza identitaria di molte comunità venete e rappresenta una pagina fondamentale, anche se dolorosa, nello sviluppo della società e dell’economia del Veneto – rileva l’assessore al sociale e ai flussi migratori, Manuela Lanzarin –. Con questa iniziativa, la Giunta regionale, insieme all’Ufficio scolastico regionale e alle università del Veneto, incoraggia docenti e studenti a mettere sotto la lente dell’approfondimento storico e culturale cause ed effetti della grande migrazione veneta che tra Otto e Novecento ha interessato oltre un milione di Veneti».
Altra novità è costituita dal ripristino da parte della Regione del fondo di 50.000 euro per il rientro dei Veneti in condizioni disagiate. «Ci sono paesi, come il Venezuela, in grave crisi economica e sociale, dove anche le comunità di origine veneta sono entrate in forte sofferenza – ricorda Lanzarin -. La Regione Veneto mette a disposizione un aiuto, sotto forma di contributo alle spese di viaggio e/o di rimborso per le spese di prima sistemazione al rientro, per quei veneti, o discendenti di Veneti, che non hanno sufficienti risorse economiche. I contributi saranno assegnati sulla base dell’ordine cronologico di domanda e del reddito Isee documentato».
Sempre all’insegna del mantenimento delle relazioni di solidarietà tra chi ha origini venete e i Veneti di oggi, la Regione finanzia anche altre due iniziative già sperimentate negli anni precedenti: i contributi di frequenza a master e a percorsi di formazione specialistica promossi da università e organismi di formazione superiore del Veneto per gli oriundi veneti (30.000 euro) e la promozione di soggiorni culturali alla scoperta delle proprie radici per emigrati ultrasessantacinquenni (fino alla quinta generazione) che non abbiano i mezzi per sostenere le spese di un viaggio in Veneto.
Proseguono intanto le forme di contributo e sostegno alle attività dei tanti enti e associazioni dei Veneti nel Mondo: 90.000 euro sono destinati alle spese di funzionamento delle 8 associazioni venete, dei 13 comitati o federazioni all’estero e degli oltre 220 circoli veneti attivi in 18 nazioni di quattro continenti. Inoltre, per le attività culturali che valorizzano l’identità, la cultura e la lingua veneta in Italia e nel mondo sono previsti 120.000 euro, a sostegno di convegni, seminari, mostre, iniziative culturali, manifestazioni e festival. Altri 45.000 euro sono destinati a “media” e riviste che mantengono i legami tra le associazioni venete e i loro iscritti all’estero.
«Circoli, federazioni, comitati e associazioni sono le nostre “antenne” nel mondo – conclude Lanzarin – ed è doveroso che l’istituzione regionale dia sostegno a quanti, con il loro lavoro e la loro cittadinanza attiva, sono i naturali ambasciatori del Veneto, e danno voce e credibilità all’estero ai suoi valori e alla sua cultura».